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Questioni di privacy in chat GPT

Questioni di privacy in chat GPT

By Avv. Ludovica Marano

Cyber Lex
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L’intelligenza artificiale (o in acronimo IA) può avere un impatto significativo sulla privacy, poiché questa richiede l’elaborazione di grandi quantità di dati personali per addestrare e migliorare i modelli di apprendimento automatico. L’utilizzo di dati personali per l’IA può rappresentare una violazione della privacy, se non vengono adottate le giuste misure di sicurezza e protezione dei dati. Il Regolamento sulla protezione dei dati personali, anche noto come GDPR, stabilisce che i dati personali possono essere utilizzati solo se c’è una base legale per farlo e solo se le misure di sicurezza adeguate sono state implementate per proteggere i dati. Inoltre, l’IA deve essere trasparente, cioè l’individuo deve essere informato e comprendere come i propri dati sono utilizzati e quali sono i rischi per la sua privacy. Al fine di garantire la protezione dei dati personali in relazione all’IA, è importante che le organizzazioni adottino pratiche etiche di elaborazione dei dati, che includono la limitazione dell’utilizzo dei dati solo a scopi specifici, la minimizzazione dei dati raccolti e la rimozione dei dati non necessari. Inoltre, è importante che le organizzazioni implementino misure di sicurezza adeguate al fine di tutelare i dati personali dalle minacce, come le violazioni dei dati.

Chat GPT e la privacy

A proposito di intelligenza artificiale, è di recente scoppiata la nuova ChatGPT, la che non è altro che un’intelligenza artificiale che è stata sviluppata da OpenAI, che è l’organizzazione che ha sede a San Francisco, e fondata dal già conosciuto Elon Musk, la quale è in grado di preparare, programmare ed elaborare testi sugli argomenti più diversi con competenza e proprietà di linguaggio simili a quelli degli umani. ChatGPT, tuttavia ha qualcosa di molto simile ai motori di ricerca: immagazzina i nostri dati. A centinaia di migliaia. A tal proposito si è espresso Guido Scorza, legale specializzato in privacy e data protection che attualmente fa parte del Collegio dell’Autorità Garante per la Protezione dei dati personali: “Il chatbot immagazzina – o, almeno, può immagazzinare – una conoscenza globale su centinaia di milioni di persone in giro per il mondo, sul loro modo di pensare, sulle domande che si pongono, sulle loro ansie, paure e preoccupazioni”.

Come protegge la privacy ChatGPT

Secondo quanto asserito dalla società, al fine di tutelare e proteggere la privacy degli utenti della chat artificiale, o anche chatboat, OpenAI, la società che ha creato ChatGPT, ha implementato diverse misure di sicurezza per proteggere i dati personali raccolti durante il processo di addestramento del modello. Ancora, OpenAI ha implementato un sistema di controllo degli accessi per limitare l’accesso ai dati del modello solo ai dipendenti autorizzati ed ha rafforzato le regole per la gestione dei dati in modo da garantire che i dati personali siano trattati in modo lecito, equo e trasparente Ad esempio, OpenAI utilizza tecniche di “mascheramento” dei dati per cancellare o modificare i dati personali nei testi utilizzati per preparare il modello. Inoltre, sempre a detta della società, quando si utilizza la chat, non vengono raccolti dati personali dall’utente, perché non c’è bisogno di registrazione e l’interazione avviene solo tramite la tastiera.

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