Cancelliamo i dati indesiderati


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Reclamo al Garante della Privacy contro Google: Come Fare

Nel caso in cui si trovino online delle notizie false sul proprio conto o lesive della propria reputazione, è possibile appellarsi al diritto all’oblio per cancellare per sempre da internet contenuti illegali, indesiderati, eccessivi, irrilevanti, non più rilevanti o inopportuni. 

Il luogo in cui più spesso capita di trovare tali contenuti è il motore di ricerca, tra i quali troviamo ad esempio Google, in quanto di sua natura raccoglie, analizza, colleziona e mostra agli utenti secondo degli algoritmi un numero immenso di informazioni, che a volte possono nuocere a qualcuno. Nel caso in cui tra i risultati di ricerca di Google che appaiono in relazione al proprio nome siano presenti dei contenuti che ledono la propria web reputation, è possibile compilare questo modulo di richiesta di rimozione delle informazioni personali da Google in ogni sua parte: i dati anagrafici del richiedente, ovvero del diretto interessato e/o di chi ne fa le veci legali; la descrizione dettagliata delle informazioni che si intendono rimuovere, quindi l’URL contenente tali informazioni, il motivo della rimozione ed il nome utilizzato per la ricerca che restituisce tale risultato indesiderato; ed infine l’accettazione dei termini e delle condizioni di Google in merito a tali dichiarazioni giurate.

Una volta compilato in modo dettagliato e preciso in ogni sua parte, tale modulo va inviato al team di Google LLC che, in qualità di titolare del trattamento dei dati personali all’interno della Ricerca Google, valuterà quali richieste accettare e provvedimenti prendere. Può capitare infatti che una richiesta di rimozione contenuti venga respinta da Google per diversi motivi: per un corretto equilibrio tra diritti alla privacy del diretto interessato ed interesse pubblico ad avere accesso alle informazioni, oppure perché tali informazioni riguardano fatti recenti, ancora rilevanti per la pubblica informazioni e/o riguardanti truffe finanziarie, negligenza professionale, condanne penali o condotta pubblica di funzionari governativi. 

 

Tuttavia, nel caso in cui il diretto interessato sia accompagnato da legali che reputano il diritto dell’interessato più che lecito e quindi ritengono che non sia opportuno fermarsi ad un primo rifiuto da parte di Google, può capitare che si continui la propria battaglia legale e ci si rivolga direttamente al Garante per la Protezione dei Dati Personali per sperare in un esito diverso della segnalazione.

È possibile infatti presentare un reclamo direttamente al Garante tramite questo modulo, che consente all’utente di lamentare una violazione della disciplina in materia di protezione dei dati personali, stando alle leggi in vigore secondo il Regolamento UE 2016/679 ed il Codice in materia di protezione dei dati personali.

 

In tale reclamo dovranno essere indicati i dati anagrafici del richiedente e/o di chi ne fa le veci, il suo recapito e dovranno essere allegati vari documenti che dimostrano la sua residenza nel Paese in cui si è verificata la violazione, gli estremi identificativi del titolare del trattamento e del responsabile del trattamento (ove conosciuto), l’indicazione quanto più dettagliata possibile della violazione subita, compresa delle norme secondo il richiedente violate del Regolamento UE e del Codice sopra citati.

Con tale reclamo sarà quindi possibile richiedere di rivolgere a questi degli avvertimenti o ammonimenti sulle sue presunte violazioni delle disposizioni vigenti in materia, oppure di imporre al responsabile una limitazione provvisoria o definitiva al trattamento (compreso il divieto di trattamento).

Tale reclamo può essere completato e sottoscritto dal diretto interessato, dal suo legale o da chi ne fa le veci. In entrambi i casi, il reclamo dovrà essere sottoscritto con firma autenticata ed inviata al Garante attraverso diverse modalità: la consegna a mano presso gli uffici del Garante, l’inoltro di una raccomandata A/R indirizzata al Garante per la protezione dei dati personali, Piazza Venezia, 11 – 001187 Roma; oppure tramite l’inoltro di un messaggio di posta elettronica certificata (solo da indirizzi pec) all’indirizzo protocollo@pec.gpdp.it.

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