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Site icon GDPR Diritto all'oblio

Cosa è emerso dal Data Privacy Day 2022

Il diritto all’oblio, introdotto nel nostro ordinamento dall’art. 17 del Regolamento (UE) nr. 679/2016 sulla protezione dei dati personali, anche conosciuto come GDPR, è confacente a quel diritto di essere dimenticati. La norma di cui sopra determina una serie di cause alla presenza delle quali il soggetto interessato ha il diritto di ottenere dal Titolare del Trattamento l’eliminazione delle notizie pregiudizievoli allo stesso relative senza margini di ritardo. Per fare un esempio, un soggetto può richiedere la cancellazione del proprio nome da Google ovvero la rimozione dalle notizie dalle ricerche Google, nel caso in cui i propri dati personali non siano più indispensabili rispetto alle finalità per i quali venivano conseguiti o trattati o quando si sia revocato il consenso al trattamento o quando ancora i dati siano stati raccolti in maniera illecita. Ad oggi, il diritto all’oblio è stato anche oggetto di riforma Cartabia sul processo penale, la quale determina l’ottenimento automatico della cancellazione dal web delle notizie de qua laddove sia incorso un provvedimento dell’autorità giudiziaria di assoluzione piena.

Il Data Privacy Day

L’importanza del GDPR e della sicurezza online ha fatto si che venisse istituita una giornata mondiale proprio per i dati personali. Invero, il 28 gennaio viene oggi ricordata come la giornata europea della protezione dei dati personale. Questa giornata internazionale si prefigge di sensibilizzare, responsabilizzare e soprattutto promuovere l’importanza della privacy e della protezione dei dati. L’importanza dei dati personali è ormai insita in ogni azione della nostra vita quotidiana, dall’accettare i cookie su una pagina web a scrivere un post su Instagram o Facebook, i cui regolamenti presuppongono la non violazione proprio del GDPR e delle linee guida esterne, anche conosciute sotto il nome di privacy policy. Il Consiglio d’Europa ha inteso di celebrare questo giorno conferendo un importante premio, vale a dire lo “Stefano Rodotà Award”. Il premio ormai è giunto alla quarta edizione.

I numeri dell’italia

L’Italia, a seguito di una analisi compoarativa delle nazioni europee risulta essere, oggi, seconda per violazioni al Regolamento sulla protezione die dati personali.  Ebbeme, un recente report del DLA Piper, ha chiarito che dal 25 maggio 2018, che è la data di entrata in vigore del nuovo regolamento europeo GDPR,, l’Italia è  la seconda nazione in Europa per numero di violazioni con ben 83 interventi dell’Autorità Garante.  Al primo posto, se ve lo steste chiedendo c’è la Spagna con circa 250 sanzioni.

 

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