Anche i minorenni possono chiedere al Garante di rimuovere informazioni personali da internet

13 Novembre 2021
Cancelliamo i Dati Indesiderati
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Responsabilizzare i minori sul giusto atteggiamento online è una delle sfide più ardue che gli adulti dell’era moderna devono affrontare per proteggere la privacy dei loro figli ed evitare il più possibile i rischi che si corrono su internet. Tra i vari insegnamenti da fornire ad un minore vi devono essere ormai, da qualche anno, anche le procedure su come ci si difende dagli attacchi alla propria privacy. Una nuova norma ha infatti abbassato l’età di chi può segnalare violazioni della privacy ed ora anche i minorenni possono chiedere al Garante di rimuovere informazioni personali da internet.
Blocco preventivo dei contenuti intimi sui social: come procedere se minori
Grazie alle norme previste dal Regolamento Generale Europeo per la protezione dei dati, è possibile richiedere il blocco preventivo dei contenuti intimi a Facebook, Instagram e tutti gli altri social, così da evitare la loro diffusione senza il proprio consenso ancor prima che avvenga la pubblicazione di determinate foto o video personali (a tal proposito, vedi anche l’articolo “Il GDPR secondo Facebook”). Con le nuove regole previste dal decreto legge Riaperture il giorno 7 ottobre 2021, anche i minori (dai 14 anni in su) possono segnalare al Garante della Privacy italiano tali contenuti personali. Si tratta sicuramente di una grande evoluzione nella diffusione non consensuale di immagini intime, fenomeno sempre più al cento di discussioni e dibattiti moderni di cui purtroppo sono spesso i minori i protagonisti. Se prima questa tutela era possibile solo tramite i genitori dei minori, ora anche gli over 14 possono compilare ed inviare autonomamente al Garante l’apposito modulo per il blocco preventivo della diffusione di contenuti intimi.
Un grande passo avanti per la privacy, ma con qualche lacuna
Questa estensione agli over 14 della possibilità di prevenire la diffusione non consensuale di contenuti intimi e personali è sicuramente un importante segnale di contrasto a questi reati e di protezione della vittima. Difatti, il minore vittima del reato in questione si sentirebbe in questo modo meno intimorito dal denunciare e potrebbe ricorrere a questa procedura per affrontare il problema. Tuttavia, anche questa alleanza tra il Garante ed i prodotti Facebook a favore della vittima contiene delle lacune. Tra i limiti fondamentali, vi è il fatto che per segnalare il blocco preventivo di contenuti personali su Facebook è necessario possedere e caricare il contenuto che si intende bloccare: la ragione di ciò è da ricercare nel funzionamento del blocco preventivo su Facebook, che infatti consiste nell’identificazione di un contenuto segnalato dall’utente, che viene abbinato ad un codice hash ed aggiunto ad una black list, così da bloccarlo preventivamente nel caso in cui qualche utente provi a pubblicarlo in qualsiasi momento. Purtroppo, sappiamo benissimo che ciò non è sempre possibile, in quanto la vittima non è sempre in possesso del materiale personale di cui ha paura o addirittura non è nemmeno a conoscenza del possesso da parte di terzi di tale contenuto personale.