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Cancellare notizie da Google, leggi questi provvedimenti del Garante

Cancellare notizie da Google, leggi questi provvedimenti del Garante

By Avv. Ludovica Marano

Cyber Lex
Cancelliamo i Dati Indesiderati
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Internet ha trasformato radicalmente il modo in cui accediamo alle informazioni, ma ha anche introdotto nuove sfide in termini di gestione della privacy e della reputazione online. Uno degli aspetti più complessi di questa trasformazione è il concetto di diritto all’oblio, che riguarda la possibilità di rimuovere o cancellare notizie personali da motori di ricerca come Google. In Italia, il Garante per la protezione dei dati personali ha emesso alcuni provvedimenti significativi che delineano le condizioni e i diritti legati a questa tematica.

Contestualizzazione del diritto all’oblio

Il diritto all’oblio è un concetto legale che consente a un individuo di richiedere la rimozione di informazioni personali obsolete, erronee o non più rilevanti online. Questo diritto è stato affermato in Europa dalla Corte di giustizia dell’Unione europea nel 2014 e ha portato a un’importante riflessione sulla gestione delle informazioni digitali. In Italia, il Garante per la protezione dei dati personali è l’ente preposto a tutelare i cittadini in questo contesto secondo il GDPR. Ha emesso diverse delibere e linee guida che regolamentano il diritto all’oblio e la cancellazione delle notizie da motori di ricerca come Google.

Le linee guida del Garante Privacy

La delibera 327/2016 del Garante è un punto di riferimento cruciale per chi desidera capire come funziona il diritto all’oblio in Italia. Questa delibera stabilisce che l’interessato ha il diritto di ottenere la cancellazione o l’aggiornamento dei dati personali trattati in modo non corretto o non più necessario. La delibera si applica sia ai motori di ricerca che ai siti web che pubblicano informazioni personali. Il Garante ha emesso linee guida specifiche sulla protezione dei dati personali online che riguardano anche la gestione del diritto all’oblio. Queste linee guida forniscono dettagliate istruzioni su come presentare una richiesta di cancellazione e quali sono i criteri che devono essere soddisfatti affinché questa richiesta sia accettata.

Garante della privacy ordina la rimozione di informazioni pregiudizievoli in rete

L’interessato, nel caso in esame, ha sollevato questioni sulla reputazione personale e professionale, lamentando il pregiudizio derivante dalla persistente diffusione di informazioni ormai obsolete. La vicenda, conclusasi nel XX, ha visto la rimozione degli articoli originali dai link di news feeding, su iniziativa degli editori. Tuttavia, Google LLC ha respinto la richiesta di cancellazione di alcuni URL, sostenendo l’interesse pubblico alle informazioni relative a reati commessi nel corso dell’attività professionale dell’individuo. Nonostante la contestazione dell’interessato e l’asserita eliminazione degli articoli dalle testate coinvolte, il Garante della Privacy ha ritenuto fondato il reclamo, ordinando la rimozione entro venti giorni.

Professionista del marketing ottiene la rimozione di notizie obsolete

Il reclamante, in questo provvedimento, un professionista nel campo della pubblicità e della comunicazione digitale, attuale amministratore delegato di un’azienda di marketing, ha chiarito di non aver mai ricoperto incarichi pubblici e di non essere un personaggio pubblico. Tuttavia, a partire dai mesi finali del 2019, è stato coinvolto mediaticamente in un procedimento penale legato all’inchiesta “XX” sulla presunta truffa ai danni dell’Unione europea.

Nel giugno 2021, il reclamante ha raggiunto un accordo di patteggiamento, ottenendo la sospensione condizionale della pena. Non avendo più carichi pendenti, si considera un soggetto incensurato. I fatti contestati risalgono al 2014, e la persistente diffusione della notizia viene contestata, poiché non giustificata dall’interesse pubblico, non è attuale, non riguarda una figura pubblica e non ha attinenza con il suo attuale ruolo professionale.

Il reclamante sostiene che la diffusione degli URL in questione violi l’art. 5 del Regolamento, poiché le informazioni obsolete danneggiano gravemente la sua immagine. Inoltre, evidenzia il rischio di profiling reputazionale cui potrebbero accedere istituzioni finanziarie e agenzie governative.

Il diritto a proteggere la propria reputazione

Il reclamante ha lamentato il pregiudizio alla sua reputazione personale e professionale dovuto alla presenza online di contenuti datati per i quali non è stato avviato alcun procedimento giudiziario a suo carico. Ha inoltre sottolineato che la sua carriera politica si è conclusa da cinque anni.

Il Garante della Privacy, in merito alla richiesta di rimozione di ulteriori URL presentata contro Google LLC, valuta l’istanza alla luce del diritto all’oblio, considerando il trascorrere del tempo e i criteri delineati dalle Linee Guida del WP Art. 29 e dell’European Data Protection Board.

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