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I contributi di Google per la rimozione di materiale sensibile online

I contributi di Google per la rimozione di materiale sensibile online

By Avv. Ludovica Marano

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Con l’avvento delle nuove tecnologie e con la rete internet che mette in contatto utenti di tutto il mondo ed, ancora, aiuta gli stessi soggetti a reperire informazioni con un solo click si è reso necessario avere una protezione maggiore per la privacy. Questa protezione viene oggi conosciuta con il nome di diritto all’oblio, il quale, secondo gli studiosi del diritto è un istituto ovvero un concetto giuridico di nuova generazione.

In passato, le informazioni personali erano solitamente condivise solo con un numero limitato di persone e organizzazioni, ma oggi, grazie alla tecnologia, queste informazioni possono essere raccolte, condivise e utilizzate da molti soggetti, spesso senza il consenso delle persone coinvolte.

Questo perché il diritto all’oblio è stato formalmente riconosciuto dalla Corte di giustizia dell’Unione europea nel 2014, con la sentenza ormai conosciuta con il nome di Google Spain oppure con il nome sentenza Costeja, dal nome del soggetto interessato: il signor Mario Costeja González. La Corte ha stabilito che i cittadini europei hanno il diritto di chiedere la cancellazione di informazioni personali e eliminare informazioni personali da Google che non sono più necessarie o che ledono la loro vita privata, a meno che non siano di pubblico interesse. 

Cosa è il NCMEC

NCMEC significa “Centro nazionale per i bambini scomparsi e sfruttati”. È un’organizzazione no-profit statunitense che lavora per prevenire il rapimento di minori, il loro abuso e la loro esplorazione sessuale. NCMEC fornisce supporto alle famiglie, alle agenzie di protezione dei minori e alle autorità legali, e collabora con altre organizzazioni a livello nazionale ed internazionale per indagare sui casi di minori dispersi e vittime di abuso.

Il motore di ricerca Google si impegna fortemente al fine di lavorare e scongiurare questa tipologia di eventi in rete, ed in particolare sulla propria rete, per questo all’intero del settore minori e pedopornografica collabora con diversi esperti e personalità politiche di tutto il mondo ed associazioni come il Centro nazionale per i bambini scomparsi e sfruttati, per poter  contrastare la diffusione del materiale pedopornografico in internet.

Cosa si intende per pedopornografia in rete

La pedopornografia in rete si riferisce alla produzione, distribuzione, diffusione o possesso di materiale sessualmente esplicito che rappresenta bambini o adolescenti. Questo tipo di materiale è considerato illegale in molti paesi e la sua diffusione online rappresenta una forma di abuso sui minori, spesso le immagini o i video sono stati ottenuti attraverso la manipolazione o la tratta dei minori. La lotta contro la pedopornografia online è una priorità per molte organizzazioni e autorità, e la segnalazione di tale contenuto è fondamentale per proteggere i minori e fermare la diffusione di questo materiale.

Il rapporto sulla trasparenza di Google per contrastare il materiale pedopornografico

È possibile rinvenire in questa pagina Google, un Rapporto sulla trasparenza stilato dal motore di ricerca rispetto agli sforzi che il colosso americano pone in essere per combattere il materiale pedopornografico. Google fornisce informazioni sul volume di segnalazioni di abusi ricevute, sulle azioni intraprese e sulle partnership con le forze dell’ordine e le organizzazioni che lavorano per eliminare questo tipo di contenuti.

L’azienda si impegna a proteggere Internet e lavora per rimuovere i contenuti illegali il più rapidamente possibile. Invero, il numero di “Segnalazioni CyberTipline al NCMEC” ammonta a circa 1.044.277. ancora, i “contenuti totali segnalati al NCMEC” sono circa 6.698.201. Una volta che viene identificata la presenza del materiale pedopornografico dell’Account Google di un determinato utente che viene segnalato, lo stesso Google inoltra una segnalazione CyberTipline al NCMEC e hanno la facoltà di disattivare l’account.

Gli utenti segnalati ed individuati vengono dal motore di ricerca della possibilità o dell’avvenuta chiusura del proprio account ed hanno la possibilità di fare ricorso per poterlo recuperare. Allo stato appaiono essere circa 484.573 gli URL che sono stati segnalati e poi cancellati dall’indice della Ricerca Google a causa della presenza di materiale pedopornografico.

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