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Cancellare notizie da internet, il caso del Belgio

Cancellare notizie da internet, il caso del Belgio

By Avv. Ludovica Marano

Cyber Lex
Cancelliamo i Dati Indesiderati
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L’avvento di Internet ha rivoluzionato il modo in cui tutti i soggetti hanno accesso alle informazioni e comunichiamo tra di loro. Tuttavia, questa tecnologia ha anche portato con sé nuove sfide legate alla privacy e alla gestione delle informazioni personali. Una questione cruciale in questo contesto è il c.d. diritto all’oblio, che riguarda il controllo delle informazioni personali online, la possibilità di cancellare notizie da Internet, di rimuovere dati sensibili o inadeguati dalla sfera pubblica.

Il diritto all’oblio e l’importanza della giurisprudenza dell’Unione nel contesto della privacy

Per comprendere al meglio questo concetto di matrice giurisprudenziale è necessario chiarire da dove nasce e cosa effettivamente di indichi con il termine diritto all’oblio ovvero alla cancellazione dei dati personali. Dunque, il diritto all’oblio è un principio giuridico che sancisce il diritto di un individuo di richiedere la rimozione di informazioni personali, obsolete o non più rilevanti, dai risultati dei motori di ricerca o da altre fonti online.

Le domande che vengono maggiormente poste nell’ambito della protezione dei dati personali sono sicuramente “come cancellare le notizie da internet?” e come nasce il diritto ad essere dimenticati sul web?

Il concetto ha avuto origine in Europa ed è stato formalizzato per la prima volta nella sentenza della Corte di Giustizia dell’Unione Europea, CGUE, del 13 maggio 2014 nel caso “Google Spain SL, Google Inc. c. Agenzia Spagnola per la Protezione dei Dati (AEPD), Mario Costeja González”.

Nel caso Costeja González, che ha poi dato il nome alla sentenza, ormai leading case, Costeja, un cittadino spagnolo aveva scoperto che, quando digitava il proprio nome su Google, i risultati mostravano notizie relative a un’asta immobiliare di oltre un decennio prima, ormai risolta.

Costeja González ha richiesto a Google di rimuovere queste informazioni, sostenendo che erano obsolete e non rilevanti. La CGUE ha stabilito che gli individui hanno il diritto di essere dimenticati, a meno che vi siano ragioni legittime per mantenere tali informazioni accessibili. La decisione della Corte di giustizia dell’Unione europea ha gettato le basi per il riconoscimento del diritto all’oblio.

Quest’ultimo è stato successivamente codificato nel Regolamento Generale sulla Protezione dei Dati personali, o anche detto in acronimo GDPR, emesso dall’Unione Europea ed entrato in vigore il 25 maggio 2018. Secondo il GDPR, i cittadini europei hanno il diritto di richiedere la rimozione di dati personali se sono obsoleti, inesatti o non più rilevanti ai fini per i quali sono stati raccolti.

Come funziona il processo di cancellazione delle informazioni dal web

Di solito, nella prassi, la prima fase per la cancellazione delle informazioni da internet consiste nell’identificare le informazioni, sottsoforma di notizie, post sui social media immagini, URL o qualsiasi altra informazione ritenuta dannosa o privata e che si desidera cancellare.

Appare essenziale verificare se le informazioni in questione rientrano effettivamente nel diritto all’oblio, come previsto dalle leggi locali o internazionali applicabili. Sicuramente la via più semplice per la rimozione delle informazioni è contattare direttamente l’editore o l’amministratore del sito web che ospita il contenuto in questione, che viene chiamato n fermo webmaster. Se la richiesta è giustificata e legittima, potresti decidere di rimuovere il materiale.

Nel caso in cui il contenuto indesiderato sia presente nei risultati dei motori di ricerca, si può fare una richiesta formale ai motori di ricerca stessi (come Google, Bing, ecc.) per chiedere la rimozione dei link dai risultati delle ricerche. In Europa, questo processo è facilitato dalla forma di richiesta fornita direttamente da ciascun motore di ricerca.

Sebbene il diritto all’oblio dia il potere di richiedere la rimozione delle informazioni personali, esistono limitazioni. Le informazioni che riguardano figure pubbliche o eventi di interesse pubblico possono essere escluse dal diritto all’oblio, poiché l’interesse pubblico a essere informato potrebbe prevalere sui diritti individuali alla privacy.

Il caso del Belgio inerente al diritto all’oblio: il fatto

Nel 1994, il giornale belga Le Soir ha pubblicato un articolo su una serie di incidenti stradali mortali nella sua edizione cartacea. L’articolo menzionava il nome del conducente coinvolto (identificato come “G”) in uno degli incidenti automobilistici, che ha causato la morte di due persone e il trasferimento di altre tre. G è stato successivamente condannato per i reati commessi in relazione a quell’incidente e ha ricevuto un perdono.

Nel 2008, Le Soir ha digitalizzato il suo archivio risalente al 1989, rendendo il contenuto accessibile online gratuitamente. Tra gli articoli archiviati era presente quello riguardante G. Quest’ultimo ha richiesto a Le Soir di rimuovere l’articolo dagli archivi o di anonimizzare il suo nome. A sostegno della sua richiesta, ha spiegato di essere un medico e che il suo nome completo confrontava nei risultati dei motori di ricerca quando le persone lo cercavano online.

Ciò stava influenzando negativamente la sua reputazione e la sua pratica professionale. Dopo che Le Soir ha rifiutato di soddisfare la richiesta di G, i tribunali belgi hanno emesso un’ordinanza obbligando il giornale ad anonimizzare il nome completo del conducente nell’articolo. Successivamente, il sig. Hurbain ha portato il caso alla Corte europea dei diritti dell’uomo (Corte EDU), sostenendo che l’ordinanza violava il suo diritto alla libertà di espressione.

Invero, nel giugno 2021, una sezione della Corte europea dei diritti dell’uomo (Corte EDU) ha emesso una sentenza riguardante l’anonimizzazione del nome di G., ritenendo che ciò non costituisse una violazione del diritto alla libertà di espressione di Hurbain.

Secondo la decisione della camera, i criteri da considerare riguardo alla pubblicazione online o alla continua disponibilità di materiale archiviato erano valutazioni gli stessi applicati nel contesto della pubblicazione originale. La Corte ha inoltre evidenziato che tali criteri potevano essere soggetti a variazioni a seconda delle circostanze del caso e dell’evoluzione nel tempo. Nel settembre 2021, il caso è stato portato alla Grande Camera per ulteriori considerazioni.

La decisione della Grande Camera

La Grande Camera ha raggiunto una maggioranza di consensi sulla questione, stabilendo che l’ordine di anonimizzare l’articolo non costituisse una violazione del diritto alla libertà di espressione del sig. Hurbain. In questo modo, la Corte ha introdotto una nuova serie di criteri che devono essere considerati nel bilanciamento tra il diritto alla libertà di espressione e il diritto alla privacy. Questi criteri includono:

-la natura delle informazioni archiviate;

-il periodo trascorso dai fatti e dalla prima pubblicazione online;

-l’interesse attuale delle informazioni;

-la notorietà del soggetto che richiede l’oblio e il suo comportamento successivo agli eventi; –

le conseguenze negative della continua disponibilità delle informazioni online;

-il grado di accessibilità delle informazioni negli archivi digitali;

– l’impatto della decisione sulla libertà di espressione, in particolare sulla libertà di stampa.

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