Eliminare notizie giudiziarie da Google, leggi questo provvedimento del Garante

24 Maggio 2023
Cancelliamo i Dati Indesiderati
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Nell’era digitale in cui viviamo, la presenza online di ciascun individuo ha un impatto significativo sulla reputazione degli stessi ed anche, di riflesso, sulla percezione che gli altri hanno. Le informazioni personali e gli eventi passati possono essere facilmente accessibili tramite motori di ricerca e social media, rimanendo a lungo nell’archivio virtuale. In questo contesto, il diritto all’oblio emerge come un concetto cruciale per garantire la gestione e la tutela della reputazione online di qualsiasi soggetto, soprattutto quando diventa necessario procedere per eliminare notizie giudiziarie da Google.
Il contesto storico del diritto all’oblio e la reputazione online dei soggetti in rete
Il diritto all’oblio si riferisce al diritto di un individuo di richiedere di rimuovere informazioni personali da Google, laddove le stesse siano obsolete, non pertinenti o anche dannose alla reputazione. L informazioni possono essere cancellate, previa richiesta non solo dalle quei dei motori di ricerca ma anche da altre piattaforme online, si pensi ai social oppure da giornali o quotidiani online.
Ha guadagnato importanza negli ultimi anni a causa della crescente digitalizzazione delle informazioni e dell’ampia diffusione di internet. Il diritto all’oblio è stato riconosciuto inizialmente in Europa, con la sentenza c.d. Costeja, emessa dalla della Corte di Giustizia dell’Unione Europea nel 2014, e successivamente è stato oggetto di dibattito globale sulla protezione della privacy e della reputazione online. La reputazione online, quindi, è diventata un elemento chiave nella nostra vita personale e professionale.
I datori di lavoro, i clienti, i colleghi e persino gli amici possono fare ricerche su di noi online per conoscerci meglio. Le informazioni obsolete o inesatte possono danneggiare la nostra reputazione e compromettere le opportunità di lavoro o di affari. La reputazione online può influenzare anche le relazioni personali e la nostra interazione con la società in generale.
Il compito del Garante della Privacy ed i suoi provvedimenti
Il Garante della Privacy, anche noto come autorità di controllo, è un’autorità indipendente che opera per garantire il rispetto delle norme sulla privacy e la tutela dei diritti fondamentali dei cittadini relativi alla protezione dei dati personali. Il suo compito principale è quello di vigilare sull’applicazione delle leggi sulla privacy e di adottare misure per prevenire abusi o violazioni della privacy da parte di organizzazioni, enti pubblici o privati, e individui.
Il Garante della Privacy ha, per questo, l’autorità di adottare diverse misure per tutelare la privacy e sanzionare le violazioni della normativa. Queste disposizioni includono l’emissione di avvisi, diffide o prescrizioni per richiedere alle organizzazioni di conformarsi alle norme sulla privacy, l’imposizione di sanzioni amministrative o penali in caso di gravi violazioni, la sospensione o la revoca dell’autorizzazione al trattamento dei dati personali e persino la segnalazione di casi di violazione alle autorità competenti per ulteriori azioni legali.
Il provvedimento del Garante Privacy rispetto alla cancellazione delle notizie giudiziarie
Il procedimento de quo ha preso avvio dalla richiesta di rimozione di un soggetto, il quale lamentava la sua preoccupazione per il danno causato alla propria reputazione personale e professionale a causa della persistente presenza online di informazioni riguardanti una condanna subita. L’interessato afferma che beneficia della sospensione condizionale della pena e che tale condanna non viene menzionata nel casellario giudiziale.
Inoltre, sostiene che la sentenza di primo grado è il risultato di una distorsione dei fatti che ha ingannato il giudice penale, e intende dimostrarlo durante l’appello. Secondo Google, i contenuti contestati dal reclamante sono stati pubblicati di recente e si rivelano a un reato presumibilmente commesso dalla stessa persona nel corso del suo incarico presso un’istituzione pubblica. La persona è stata condannata a due anni di reclusione in relazione a questo reato, e attualmente è in corso un processo di appello.
Contrariamente a quanto sostenuto dal reclamante, nel dispositivo della sentenza depositata insieme alla richiesta di rimozione dei contenuti indirizzata al motore di ricerca non sono state fornite indicazioni riguardo all’assegnazione del beneficio della non menzione della condanna nel casellario giudiziale.
La decisione del Garante privacy è tale per cui il reclamo viene considerato infondato, invero l’Autorità, al fine di prendere una decisione, non può esaminare, come richiesto dal reclamante, nonostante la ricostruzione dei fatti effettuata dal giudice di primo grado che ha costituito la base della sentenza di condanna, ritiene che persista ancora l’interesse della collettività ad essere informata sulla vicenda che coinvolge la persona in questione, soprattutto considerando che il processo di appello è ancora in corso.