Cancellare da internet i dati delle pubbliche amministrazioni

2 Dicembre 2022
Cancelliamo i Dati Indesiderati
Tel. 06 39754846
Il diritto all’oblio, è stato introdotto nell’ordinamento italiano attraverso l’intermediazione del diritto dell’Unione Europea ed in particolare attraverso l’art. 17 del Regolamento (UE) nr. 679/2016 sulla protezione dei dati personali, anche conosciuto come GDPR, è confacente a quel diritto di essere dimenticati. Il GDPR è il Regolamento Europeo per la Protezione dei Dati Personali che ha sostituito il previgente Codice in materia di protezione e trattamento dei dati personali, ad oggi è la massima fonte di sicurezza per coloro che navigano in internet. La norma di cui sopra determina una serie di cause alla presenza delle quali il soggetto interessato ha il diritto di ottenere dal Titolare del Trattamento la cancellazione delle notizie ed allo stesso relative senza margini di ritardo. Per fare un esempio, un soggetto può richiedere la cancellazione del proprio nome da Google ovvero la rimozione dalle notizie dalle ricerche Google, nel caso in cui i propri dati personali non siano più indispensabili rispetto alle finalità per i quali venivano conseguiti o trattati o quando si sia revocato il consenso al trattamento o quando ancora i dati siano stati raccolti in maniera illecita. Allo stato, il diritto all’oblio è stato anche oggetto della c.d. riforma Cartabia inerente al processo penale, che ha determinato l’ottenimento automatico del beneficio rispetto alla rimozione cancellazione da internet di tutte quelle notizie e di quegli URL che creano pregiudizio all’interessato a seguito dell’incursione di un provvedimento dell’autorità giudiziaria di assoluzione piena. Accade spesso che la rimozione dei dati personali o delle notizie pregiudizievoli non è sempre possibile, infatti vi è un limite a questa, ad esempio quando la notizia, per le qualità soggettive dell’interessato, (soggetto notorio, esponente di forza politica etc.), risulta essere utile alla soddisfazione dell’interesse storiografico della collettività.
Il diritto alla deindicizzazione quale corollario del diritto all’oblio
La deindicizzazione, la quale è molto utilizzata in ambito di diritto all’oblio, comporta il medesimo effetto pratico della cancellazione, poiché gli utenti non vedranno il contenuto nelle ricerche dei browser, ma per leggere quel determinato contenuto dovranno necessariamente portarsi sul sito – in questo caso – della testata giornalistica e cercare da soli l’articolo desiderato.
Il diritto all’oblio per le pubbliche amministrazioni
Anche le pubbliche amministrazioni non sono immuni dal diritto all’oblio. La disciplina in questo caso è semplice ancorché molto specifica. Invero, le Pubbliche amministrazioni, come per legge, al fine di perseguire i principi di trasparenze ovvero di buon andamento ai sensi dell’art. 97 Cost., possono pubblicare sia dati che documenti sulle proprie piattaforme. Tuttavia questa divulgazione di dati ed informazioni deve essere operata con la massima cautela, il rischio è quello che attraverso queste operazioni si possano diffondere dati che non siano pertinenti rispetto alle finalità perseguite, come sopra indicate. Il concetto di divulgazione dei dati da parte delle pubbliche amministrazioni è stato di recente ribadito dal Garante della privacy, autorità indipendente deputata al controllo ed al rispetto della diffusione di informazioni sul web. Ebbene, nell’ambito di un’istruttoria che si è conclusa con una sanzione d a carico di un Ente pubblico che aveva assolto alcuni obblighi informativi in violazione della normativa esistente, vale a dire del GDPR, ovvero anche conosciuto quale regolamento sulla protezione dei dati personali.