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Cancellare notizie da Google: leggi questo provvedimento del Garante

Cancellare notizie da Google: leggi questo provvedimento del Garante

By Avv. Ludovica Marano

Cyber Lex
Cancelliamo i Dati Indesiderati
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Nell’epoca in cui viviamo, caratterizzata da una forte digitalizzazione, l’attenzione ai dati personali ha acquisito un ruolo di fondamentale importanza. Ormai, tutti noi forniamo costantemente le nostre informazioni personali durante l’utilizzo di servizi online, acquisti, comunicazioni ed altre attività quotidiane.

In risposta a questa crescente raccolta e utilizzo dei dati personali, l’Unione Europea ha invitato il Regolamento Generale sulla Protezione dei Dati Personali, anche chiamato GDPR, un importante strumento normativo che rafforza la protezione dei dati personali dei cittadini europei.

Nel contesto del GDPR, uno dei diritti fondamentali è il diritto a cancellare notizie da Google e il diritto alla cancellazione dei dati personali. In questo articolo, esamineremo in dettaglio il diritto alla cancellazione dei dati personali, analizzando le norme del GDPR e le linee guida fornite dal Garante Privacy.

Il diritto alla cancellazione dei dati personali nel GDPR

Il diritto alla cancellazione dei dati personali, noto anche come diritto all’oblio, viene sancito dall’articolo 17 del GDPR. Questo particolare diritto, per alcuni di nuova generazione, offre agli individui la possibilità di richiedere la cancellazione o la rimozione dei propri dati personali da parte dei responsabili del trattamento dei dati.

Ciò significa che gli individui possono richiedere la cancellazione dei propri dati quando non sono più necessari per gli scopi per i quali sono stati raccolti, quando viene revocato il consenso su cui si basava il trattamento dei dati o quando il trattamento dei dati è stato effettuato in violazione del GDPR. Tuttavia, il diritto all’oblio dei dati personali non è assoluto e può essere soggetto ad alcune eccezioni.

Ad esempio, i responsabili del trattamento dei dati potrebbero non essere obbligati a cancellare i dati se il loro trattamento è necessario per l’esercizio del diritto alla libertà di espressione e di informazione, per l’adempimento di un obbligo legale o per l’esercizio di funzioni di interesse pubblico.

Le linee guida del Garante Privacy

Ruolo importante nel panorama della privacy lo ha, sicuramente il Garante per la protezione dei dati personali, che non è altro che l’autorità di controllo, in questo caso italiana, che si occupa della tutela e protezione dei dati personali degli utenti in rete. Invero, il Garante ha fornito linee guida e interpretazioni del diritto alla cancellazione dei dati personali nel contesto del GDPR.

Secondo il Garante Privacy, il diritto alla cancellazione dei dati personali riguarda principalmente i dati che sono stati resi pubblici o che sono stati comunicati a terzi. Nel caso di dati resi pubblici, il Garante Privacy riconosce che la cancellazione completa e definitiva dei dati potrebbe non essere sempre possibile a causa della natura stessa di Internet, che consente una diffusione rapida e globale delle informazioni.

In questi casi, il Garante Privacy suggerisce di adottare misure tecniche per limitare l’accesso ai dati e di informare i motori di ricerca e altri servizi online della richiesta di cancellazione dei dati. Per quanto riguarda i dati comunicati a terzi, il Garante Privacy afferma che i responsabili del trattamento dei dati devono fare tutto il possibile per notificare la richiesta di cancellazione dei dati a tutti i terzi che hanno ricevuto i dati.

Inoltre, il Garante Privacy sottolinea che i responsabili del trattamento dei dati devono prendere in considerazione la possibilità di utilizzare mezzi tecnici per garantire l’effettiva cancellazione dei dati anche da parte dei terzi.

Il provvedimento del Garante privacy in merito alla pubblicazione di notizie di procedimenti penali

In questo particolare provvedimento, disponibile qui in integrale, si fa riferimento a una decisione nel 2019 per cui al momento in cui viene presentato il reclamo, il soggetto coinvolto è stato imputato per lo stesso reato dinanzi al Tribunale di Salerno in composizione collegiale per l’avvio del processo di primo grado. Secondo il reclamante, la notizia dell’arresto, nella maggior parte dei casi, non è stata aggiornata con gli sviluppi del processo legale.

Di conseguenza, gli utenti che consultano Google potrebbero erroneamente pensare che questi sia ancora sottoposto a misure cautelari e attualmente detenuto in carcere o agli arresti domiciliari, con conseguenti impatti negativi sulla sua reputazione. Ciò potrebbe danneggiare gravemente le sue opportunità di lavoro future e causare significative conseguenze psicologiche. Ancora, la notizia in sé non ha più alcun interesse giornalistico, specialmente per quanto riguarda la posizione del reclamante.

Per Google, la circostanza che il procedimento legale non sia ancora concluso, come dichiarato dal reclamante stesso, è sufficiente di per sé a dimostrare l’esistenza di un interesse pubblico nella reperibilità delle notizie.

Per il Garante della Privacy italiano, nel provvedimento in esame nonostante gli articoli oggetto di reclamo facciano riferimento alla sola fase iniziale del procedimento che coinvolge specificamente il reclamante, ovvero l’arresto e le contestazioni che gli sono state mosse, è importante notare che si tratta di una recente vicenda e ancora in corso al momento della presentazione della sua richiesta. Per questo il reclamo viene considerato infondato.

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