Cancellare notizie da Google, vediamo le richieste presentate nel 2023

2 Agosto 2023
Cancelliamo i Dati Indesiderati
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In un’epoca in cui l’informazione e la tecnologia giocano un ruolo fondamentale nella nostra vita quotidiana, la protezione della nostra privacy e dignità è diventata un tema di cruciale importanza. Il “diritto all’oblio” è uno strumento legale che mira a garantire il controllo delle nostre informazioni personali online e a preservare la nostra reputazione.
In parole semplici, il diritto all’oblio ci consente di cancellare notizie da Google, di richiedere la rimozione di determinati contenuti o dati personali dal web in modo tale che le notizie per cui si chiede la cancellazione non siano più visibili in associazione a quel determinato nome.
Il diritto a cancellare i propri dati personali sul web
Il diritto all’oblio, o anche diritto all’essere dimenticati, si riferisce a quel particolare diritto per cui un soggetto interessato può chiedere la rimozione delle informazioni o dati personali, sotto forma di notizie, immagini, URL e così via, che lo riguardano e che ledono la sua reputazione.
Invero, la cancellazione, secondo il disposto dell‘art. 17 del GDPR può avvenire solo se tali informazioni non sono più rilevanti, siano obsolete o danneggiano la sua reputazione in maniera grave. Siffatto concetto si applica principalmente all’ambito digitale e all’internet, dove le informazioni possono rimanere accessibili per molto tempo e avere un impatto significativo sulla vita delle persone.
Pensate di aver condiviso una notizia o un’immagine sul web molti anni fa e, ora, questa informazione non riflette più chi siete o come volete essere percepiti. Il diritto all’oblio vi dà la possibilità di chiedere la rimozione di tali contenuti per proteggere la vostra privacy e la vostra immagine pubblica per poter eliminare notizie dal web.
La base normativa del diritto all’oblio
Come fatto presente nel paragrafo precedente, il diritto ad essere dimenticati è sostenuto da alcune leggi e normative, soprattutto nell’Unione Europea. Una delle normative fondamentali che regolano il diritto all’oblio è il Regolamento generale sulla protezione dei dati personali anche detto, per la”unto, GDPR, entrato in vigore nell’ambito dell’Unione europea nell’anno 2018.
Il GDPR stabilisce che i cittadini dell’UE hanno il diritto di chiedere la cancellazione dei loro dati personali da internet se sussistono determinate condizioni. Ad esempio, se i dati non sono più necessari per gli scopi per cui sono stati raccolti, se la persona ritira il consenso al trattamento dei dati, o se il trattamento dei dati è avvenuto in modo illegale.
Ciò significa che le aziende, i motori di ricerca e altre organizzazioni che gestiscono dati personali devono rispettare le richieste di rimozione, a meno che vi siano giustificazioni legittime per mantenere tali dati. Tuttavia, va notato che ci sono delle eccezioni in cui il diritto all’oblio potrebbe essere bilanciato con altri diritti fondamentali, come la libertà di espressione o il diritto all’informazione.
Il rapporto sulla trasparenza di Google e le ultime novità del 2023 in materia di cancellazione di dati personali
Il rapporto sulla trasparenza di Google è un documento che fornisce un’ampia panoramica delle richieste di rimozione di contenuti e dati personali provenienti da governi e altre entità in tutto il mondo. Queste richieste possono riguardare una vasta gamma di contenuti, tra cui articoli di notizie, immagini, video, URL e altro ancora.
Il rapporto mira a evidenziare quanti e quali tipi di contenuti vengono richiesti per essere rimossi e se Google ha deciso di aderire o meno a tali richieste, ancora, è possibile, attraverso “esplora richieste” guardare paese per paese quelli che sono i dati rispetto alla rimozione di URL.
Nel rapporto sulla trasparenza relativo al 2022, Google ha reso pubblici i numeri relativi alle richieste di rimozione provenienti da governi e altre fonti. Secondo i dati presentati nel rapporto:
-Richieste di rimozione dei contenuti: nel 2022, Google ha ricevuto oltre 280mila richieste di rimozione di contenuti da parte di governi e autorità. Questi contenuti possono variare da notizie sensibili a immagini critiche o informazioni personali.
-Tendenze geografiche: il rapporto fornisce informazioni sulle richieste provenienti da diverse regioni geografiche. Ad esempio, circa 14 mila delle richieste provenivano dall’Italia], mentre circa 1800 provenivano dall’Austria.
-Percentuale di adesione: nel rapporto viene anche rivelato quante richieste di rimozione sono state soddisfatte da Google e quante sono state respinte. Sono stati, infatti, rimossi circa 150mila URL in tutto il mondo pari al 52,2% delle richieste pervenute a Google.
Dunque, da qui si evince come il rapporto sulla trasparenza di Google svolge un ruolo più che cruciale nel promuovere la responsabilità delle aziende tecnologiche nei confronti dei dati e dei contenuti degli utenti. Fornisce una finestra sulla modalità in cui le richieste di rimozione vengono gestite e offre agli utenti, ai ricercatori e agli attivisti un’opportunità per esaminare come Google bilanci le richieste di rimozione con la libertà di espressione e l’accesso all’informazione.