EU General Data Protection Regulation GDPR - Diritto di Cancellazione +39.06.39754846

Cancellare notizie da internet, leggi questi provvedimenti del Garante

Cancellare notizie da internet, leggi questi provvedimenti del Garante

By Avv. Ludovica Marano

Cyber Lex
Cancelliamo i Dati Indesiderati
Tel. 06 39754846

La rimozione dei contenuti dal rappresenta un passo significativo verso il controllo della propria identità online e la protezione della privacy. Le motivazioni che si celano dietro questa scelta spaziano dalla tutela dei dati personali, a cancellare notizie da Internet, con l’obiettivo di eliminare informazioni obsolete o dannose.

Nel mondo digitale, che attualmente è in continua evoluzione, la capacità di gestire la propria presenza online è fondamentale per restituire un’immagine accurata e positiva di sé stessi, bilanciando, allo stesso tempo, la necessità di privacy del singolo con il diritto alla libera informazione della collettività.

Per questo motivo, a partire dal 2014, anno in cui, per la prima volta, una sentenza, nello specifico la c.d. sentenza Costeja emessa dalla Corte di giustizia dell’Unione, eliminare i dati personali dal web è diventata una pratica, ormai conosciuta con il nome di diritto all’oblio. Si tratta di una sempre più comune, poiché gli individui cercano di preservare il controllo sulla propria identità digitale.

Cosa si intende per diritto all’oblio

Eliminare i dati personali dal web, o più comunemente definito diritto all’oblio, si riferisce al processo di rimozione delle informazioni personali (nomi, indirizzi, numeri di telefono e altre informazioni identificative) dai siti web, motori di ricerca e piattaforme online. Il riferimento è soprattutto alla cancellazione delle notizie da internet in riferimento ai social network oppure a siti gestiti da terzi. L’obiettivo è ridurre l’esposizione e la visibilità delle proprie informazioni personali, limitando l’accesso a chiunque navighi su Internet.

Qual è il processo di rimozione dei dati dal web?

Il processo per eliminare notizie dal web può variare in base alle piattaforme coinvolte. Tuttavia, ci sono alcune fasi generali che spesso vengono seguite. Inizialmente, i soggetti interessati devono identificare i siti web o le pagine contenenti le informazioni che desiderano rimuovere. Successivamente, è necessario contattare i gestori dei siti web o i provider dei motori di ricerca per richiedere la rimozione delle informazioni.

Ad essere precisi, i motori di ricerca come Google offrono strumenti specifici per richiedere la rimozione di contenuti indesiderati dai risultati di ricerca. Ad esempio, Google consente agli utenti di presentare una richiesta di rimozione dei contenuti in base a criteri specifici, come la violazione della privacy, l’informazione errata o dannosa attraverso un modulo apposito e messo a disposizione sul web.

Per quanto riguarda i siti web che ospitano informazioni personali indesiderate, contattarne i gestori è spesso il passo successivo. Gli individui possono richiedere gentilmente la rimozione delle informazioni, fornendo una spiegazione chiara e convincente delle ragioni. Tuttavia, non è garantito che tutte le richieste siano accolte, poiché dipende dalla politica di ciascun sito. Ancora, l’ultimo passo è rivolgersi al Garante Privacy e presentare un reclamo.

Chi è il Garante per la protezione dei dati personali in Italia

In Italia, il Garante per la Protezione dei Dati Personali svolge un ruolo di fondamentale importanza nel tutelare la privacy e i diritti degli individui nel contesto digitale. Questo organismo indipendente è incaricato di supervisionare e garantire l’applicazione delle normative sulla protezione dei dati personali, in linea con il Regolamento Generale sulla Protezione dei Dati personali, GDPR, emesso dall’Unione Europea nel 2014.

Il Garante privacy ha il compito di ricevere e gestire reclami, controllare il trattamento dei dati da parte delle organizzazioni, emettere linee guida e direttive, nonché di garantire che le informazioni sensibili degli individui siano trattate in modo lecito ed etico. Inoltre, svolge un ruolo cruciale nel promuovere la consapevolezza dell’importanza della privacy digitale e nell’educare il pubblico sulle proprie prerogative e sui diritti in ambito di protezione dei dati personali.

Provvedimento del Garante: si possono cancellare le notizie che si riferiscono a procedimenti penali?

Il soggetto interessato nella vicenda che qui ci occupa presentava un reclamo al Garante ai sensi dell’art. 77 del Regolamento. Chiedeva la rimozione di due URL dai risultati di ricerca associati al suo nome e cognome. Questi collegavano a notizie di agenzie di stampa datate febbraio 2007, relative a un procedimento penale per truffa e peculato a cui l’interessato, in qualità di presidente di una associazione, è stato sottoposto per aver presentato fatture false agli ospedali a cui forniva servizi di gestione delle postazioni 118 e di assistenza e trasporto malati.

Orbene, secondo il Garante, la richiesta dell’interessata andava accolta sulla base della valutazione della notizia, che deve essere effettuata mediante un equilibrato bilanciamento tra il diritto all’informazione e il diritto alla privacy (artt. 2, 3 e 13 della Costituzione). La Corte di Cassazione aveva precedentemente affermato come ogni individuo abbia il diritto di non vedere esposta una notizia riguardante la sua persona, in modo indefinito, con il rischio di ulteriore divulgazione.

È importante notare che Google aveva precedentemente rigettato una richiesta simile di deindicizzazione, che riguardava gli stessi URL, ora oggetto di contestazione nel reclamo. Allo stesso modo, il Garante accoglie un’altra richiesta di rimozione in cui il reclamante esprime preoccupazione per i danni derivanti dalla persistente diffusione di informazioni riguardanti il suo coinvolgimento in un’indagine penale correlata al reato di bancarotta fraudolenta.

Questa implicazione è legata al fallimento di una società di cui lo stesso era socio ed anche amministratore, dichiarato nel 2006. Nel marzo 2011, in riferimento al reato di bancarotta, veniva emessa a suo carico una sentenza di applicazione della pena su richiesta, ai sensi dell’articolo 444 del codice di procedura penale, divenuta poi definitiva.

Appare evidente che non esiste un interesse attuale alla divulgazione della vicenda ormai superata, specialmente considerando che l’interessato ha cessato qualsiasi attività imprenditoriale successiva a tale periodo. Al contrario, esprime il Garante, lo stesso ha intrapreso un nuovo percorso professionale come “consulente nel settore dell’assistenza alle imprese nel controllo di gestione, nella riorganizzazione aziendale e nell’assistenza nel compimento delle operazioni straordinarie”.

Network Syrus
%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo: