Cancellare notizie di assoluzione da Google

31 Maggio 2023
Cancelliamo i Dati Indesiderati
Tel. 06 39754846
Nella società digitale di oggi, dove la nostra presenza online è sempre più diffusa, sorgono sfide significative per la privacy e il controllo delle informazioni personali. Il diritto all’oblio è un concetto legale che mira a garantire alle persone il potere di gestire il proprio passato online e proteggere la propria reputazione.
Cosa si intende per diritto all’oblio su Google
Il diritto all’oblio è un principio legale che riconosce alle persone il diritto di richiedere di rimuovere informazioni personali da Internet, che siano rilevanti, obsolete o inesatte, dai risultati di ricerca online. È basato sul presupposto che le persone possano evolvere nel tempo e che gli errori o le azioni passate non dovrebbero definire per sempre la loro reputazione. L’obiettivo principale del diritto all’oblio è quello di bilanciare il diritto alla privacy individuale con il diritto del pubblico a conoscere informazioni rilevanti.
Appare utile chiare che il diritto alla cancellazione dei dati personali ha guadagnato notorietà grazie a una decisione storica della Corte di giustizia dell’Unione europea nel 2014, che oggi viene conosciuta con il nome di sentenza Costeja, dal soggetto che ha intentato la causa contro Google LLC. La Corte ha stabilito che i cittadini dell’Unione europea hanno il diritto di richiedere la rimozione di informazioni personali dai risultati di ricerca di Google, se tali informazioni sono inadeguate, non più rilevanti o eccessive rispetto allo scopo originale della loro pubblicazione.
Il diritto all’oblio a seguito della Riforma Cartabia
La riforma Cartabia, introdotta con il D.lgs. 150 del 2022 ha modificato in gran parte il processo penale ha introdotto importanti, anche nel campo del diritto all’oblio. Invero, secondo il nuovo articolo 64-ter delle disposizioni di attuazione del codice di procedura penale, le persone che sono state assolte, oggetto di non luogo a procedere o di archiviazione possono richiedere la preclusione dell’indicizzazione o la deindicizzazione dei dati personali riportati nella sentenza o nel provvedimento su internet. Questo è in conformità con l’articolo 17 del Regolamento generale per la protezione dei dati.
La nuova procedura per richiedere la deindicizzazione dei contenuti a seguito di una pronuncia di assoluzione
La procedura per richiedere la deindicizzazione dei contenuti relativi a un procedimento penale è semplice: una volta ottenuta la assoluzione, che può essere attraverso un decreto di archiviazione ovvero una sentenza di assoluzione a formula piena o meno, la cancelleria del giudice che ha emesso il provvedimento appone un’annotazione che funge da titolo esecutivo per richiedere ai motori di ricerca, ad esempio come Google, di non indicizzare i contenuti correlati a quel procedimento penale in quanto è intervenuta una assoluzione, laddove vengono effettuate ricerche utilizzando il nome della persona interessata.
Tuttavia, è importante comprendere che la deindicizzazione non equivale alla cancellazione completa dei dati. In altre parole, il risultato ottenuto consiste nel fatto che i dati personali non sono più associati a parole chiave relative al reato contestato quando sono presenti nei motori di ricerca.
Il diritto all’oblio come diritto cedevole rispetto alla cronaca
È importante prestare massima attenzione ai servizi effettivamente offerti in relazione alla norma sulla deindicizzazione. Secondo Enrico Costa, responsabile giustizia di Azione, che ha sostenuto fortemente questa norma, “non si poteva ottenere di più”. È evidente che per una figura pubblica coinvolta in una vicenda giudiziaria, anche se assolta, sarà sempre presente traccia della notizia. Google ha chiarito che se la notizia è stata “aggiornata” con gli sviluppi più recenti del procedimento giudiziario, inclusa l’assoluzione, sarà difficile rimuoverla dall’indicizzazione.
Inoltre, è sempre necessario valutare l’interesse pubblico nell’accesso alle informazioni relative al ruolo pubblico svolto dall’interessato, anche in relazione alla professione o alle cariche ricoperte. La Corte di Giustizia e il Comitato europeo per la protezione dei dati hanno stabilito che prevale l’interesse generale nell’avere accesso alle informazioni quando l’interessato svolge un ruolo pubblico
Quindi, appare utile precisare che sebbene la deindicizzazione a seguito di assoluzione sembra quasi un automatismo, non è proprio così, infatti il caso va sottoposto al Garante della Privacy il quale, seguendo l’impostazione che ha già espresso in più provvedimenti, ha ordinato la rimozione di notizie di assoluzione.