Chat IA e privacy, un parere del Garante

17 Gennaio 2023
Cancelliamo i Dati Indesiderati
Tel. 06 39754846
Prima di addentrarci nella normativa inerente alla sicurezza dell’intelligenza artificiale ed alla possibilità delle nuove tecnologie di invadere sempre più terreno, è bene chiarire cosa sia un chatbot, il quale risulta essere il protagonista di questo parere del Garante Privacy. Ebbene, il chatbot non è altro che un’applicazione software che viene usata per interagire con le conversazioni umane in maniera del tutto naturale sia per via testuale che tramite la voce. Questa tecnologia particolare di intelligenza artificiale viene utilizzata spesso in diversi settori per altrettanti scopi proprio perché il chatbot è in grado di interagire con un essere umano come se lo fosse anch’egli. Il chatbot è infatti programmato per rispondere alle richieste ed a tutte le domande dell’utente che gli vengono formulate, tramite la raccolta e l’analisi di dati che riceve durante la conversazione per poi elaborare una risposta che possa soddisfare la richiesta ricevuta. Rispetto alle funzioni che possono essere assolte, i chatbot si distinguono in diverse tipologie tra cui:
-Chatbot di supporto anche chiamati nel gergo “Support chatbots”;
-Chatbots di abilità o anche denominati “Skill chatbots”;
-Assistenti virtuali che tutti conoscono con il nome di “Assistant chatbots”.
Intervento di Guido Scorza sull’intelligenza artificiale e la privacy online
Guido Scorza è un componente del Garante per la protezione dei dati personali, la quale – brevemente – è l’autorità amministrativa indipendente predisposta al controllo delle norme sulla protezione dei dati personali. Chat GPT3 è un modello di intelligenza artificiale che prende come input un testo e inizia a commentare la richiesta seguendo un modello probabilistico che simula il linguaggio naturale. Guido Scorza, nel suo intervento parla di Chat GPT-3 come in grado di saper rispondere a qualsivoglia genere di domanda, tanto da sembrare “ un oracolo, un chiromante, uno scienziato, un saggio”.
La privacy con il chatbot
Fintanto che il soggetto pone domande a Chatbot questi, anche se non è in grado di rispondere ad alcune richieste, come ad esempio quelle sulla salute umana, liquidando l’interlocutore con un semplice “non so rispondere, non posso rispondere, non sono programmato per rispondere”, continua ad immagazzinare, o quantomeno è programmato per farlo, una conoscenza a 360 gradi su centinaia di milioni di persone in tutto il mondo, passando dal loro modo di pensare, alle domande che si pongono, ed anche alle loro ansie, alle loro paure ed alle loro preoccupazioni. Non è ancora del tutto chiaro che fine facciano queste informazioni neppure se si legge la copiosa informativa sulla privacy che viene messa a disposizione di tutti gli utenti che utilizzano il servizio di chatbot appena descritto Se si pone la domanda diretta a CHAT GPT 3 la sua risposta sarà la seguente “Come language model, non acquisisco o tratto alcun dato personale. Non ho accesso a informazioni personali sugli utenti che interagiscono con me e non le raccolgo in alcun modo. Tutte le informazioni che fornirai durante questa chat saranno utilizzate esclusivamente per fornirti risposte alle tue domande e non saranno conservate o condivise con terze parti. È importante notare che il servizio di chat che stai utilizzando potrebbe raccogliere alcune informazioni sulla tua sessione di chat, come ad esempio il tuo indirizzo IP e il tipo di dispositivo che stai utilizzando. Ti consiglio di leggere la politica sulla privacy del servizio di chat che stai utilizzando per conoscere i dettagli su come vengono trattati i tuoi dati”.