Eliminare notizie dal web, leggi questo provvedimento del Garante

6 Marzo 2023
Cancelliamo i Dati Indesiderati
Tel. 06 39754846
Il diritto all’oblio, divenuto sempre più importante con il crescere della tecnologia e sopratutto della digitalizzazione, viene considerato dagli studiosi quale principio giuridico che sancisce la possibilità di ogni soggetto che ne abbia interesse di richiedere la cancellazione dei propri dati personali che possano procurare pregiudizio e che siano rinvenibili online. Tale diritto rappresenta una tutela fondamentale per la privacy e il diritto alla protezione dei dati personali.
Preliminarmente è utile chiarire che il diritto all’oblio è stato introdotto nel 2018 con il Regolamento europeo sulla protezione dei dati personali, anche definito in gergo tecnico GDPR, che ha previsto importanti principi di protezione dei dati personali. Secondo questa direttiva, ogni persona ha il diritto di richiedere la rimozione di tutti quei dati personali da ogni sito web o anche dalle piattaforme online, si pensi i social, in cui sono stati pubblicati o condivisi.
V’è da comprendere come il diritto alla cancellazione dei dati personali e di eliminare informazioni personali da Google incontrano dei limiti e dunque non si presenta come assoluto; invero, le persone possono chiedere che venga rimosso un contenuto da un motore di ricerca solo se il contenuto è obsoleto, inadeguato, irrilevante o eccessivo rispetto allo scopo per cui è stato pubblicato. Inoltre, è possibile anche richiedere che un contenuto sia rettificato o aggiornato se è stato pubblicato informazioni errate o obsolete.
L’importanza del GDPR e delle norme sul trattamento dei dati personali
Invero, proprio su questo aspetto si è concentrato il GDPR, nella parte in cui prescrive che l‘organizzazione, ovvero l’azienda, deve nominare un responsabile della protezione dei dati (DPO) il quale ha il compito di monitorare l‘applicazione del Regolamento sulla protezione dei dati personali all‘interno del comparto aziendale, o anche della Pubblica Amministrazione.
Solo per completezza, si ricorda che il DPO ha anche il compito di fornire consulenza e assistenza all‘organizzazione in materia di protezione dei dati, di garantire che i trattamenti di dati personali siano conformi al RGPD e di rispondere a eventuali reclami da parte dei soggetti interessati.
Il reclamo al Garante della Privacy e i suoi provvedimenti: aspetti generali
Il diritto all‘oblio, laddove il webmaster non voglia procedere autonomamente alla rimozione, deindicizzazione ovvero aggiornamento dei dati, può essere esercitato attraverso un reclamo al Garante della Privacy, che è l‘autorità nazionale incaricata di garantire il rispetto della legge sulla privacy, incluso il diritto all‘oblio.
Il Garante della Privacy può esaminare le richieste e, se ritiene che siano fondate, può ordinare all‘organizzazione di rimuovere il contenuto in questione. Una volta presentato siffatto reclamo, laddove il Garante ritenga che la richiesta sia fondata, emetterà un ordine di rimozione del contenuto in questione. In caso contrario, non c’è molto che si può fare per tutelare il proprio diritto all’oblio.
Il Provvedimento del Garante privacy sul diritto all’oblio in caso di notizie riguardanti un procedimento penale
In questo particolare provvedimento, del febbraio 2022, per cui si consiglia la lettura integrale qui, l’interessato ha lamentato alla autorità il danno alla propria reputazione personale e professionale a causa della perdurante reperibilità, in associazione al proprio nominativo, di informazioni risalenti e riferite ad una misura cautelare disposta nei suoi confronti.
In questo caso, Google, al quale il reclamante aveva proposto una richiesta di rimozione, in prima battuta ha negato il diritto all’oblio giustificandosi di non poter accogliere la suddetta richiesta “tenuto conto del fatto che le pagine collegate agli URL contestati riportano informazioni riguardanti il coinvolgimento del reclamante in un procedimento penale per reati gravi“.
Il Garante effettuando l’istruttoria ha poi notato gli articoli di cui si chiedeva la rimozione contenevano anche vicende aggiornate, ed in particolare alla intervenuta sentenza di condanna emessa nel 2021. Pertanto, dichiara il reclamo infondato.