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Il ruolo della cache dei motori di ricerca nel diritto all’oblio

Il ruolo della cache dei motori di ricerca nel diritto all’oblio

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Cyber Lex
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Partiamo dal presupposto che qualsiasi pagina che si trova sul web è tenuta in una specie di memoria da Google per un certo periodo di tempo anche se viene rimossa successivamente.

Invero, le modifiche del testo ovvero di una immagine non sono sempre assimilate nell’immediato dal browser di Google o anche di Yahoo. È come anzidetto molto probabile che vi sia uno scarto temporale dalla modifica alla registrazione della stessa di un paio di giorni. Questo ritardo, consente però di recuperare la vecchia pagina web. 

Al fine di poter sfruttare al meglio questo ritardo, o anche cache di Google e sfruttare dunque la c.d. memoria del motore del motore di ricerca al fine di visualizzare le versioni precedenti della pagina.

la vicenda

Con ricorso proposto a norma dell’art. 152 d.lgs. n 196/2003, dinanzi al Tribunale di Milano,

gli interessati domandavano l’annullamento del provvedimento del Garante per la protezione dei dati personali emesso nel 2016. Deducevano, dunque che: che gli stessi avevano formulato una richiesta fondata per il diritto all’oblio, avente ad oggetto la rimozione dai risultati delle ricerche su internet effettuate con ‘utilizzazione dei servizi di ricerca in Europa di diversi URL, specificamente individuati, che collegavano il nome dell’interessato a una vicenda giudiziaria che non aveva più interessare al diritto di cronaca. 

Yahoo! aveva replicato di non poter dar riscontro alla richiesta in quanto non era titolare del trattamento dei dati personali tale che aveva depositato quindi lui stesso un un ricorso al nominato Garante. Ancora tutte le richieste formulate erano state parzialmente accolte, essendo stato ordinato a entrambe le società di rimuovere gli URL indicati nel ricorso, cancellando anche le copie cache dalle pagine accessibili attraverso i predetti URL; che con il detto provvedimento il Garante aveva poi dichiarato non luogo a provvedere in merito agli URL che erano stati già rimossi e aveva infine dichiarato ‘inammissibilità di ulteriori richieste che qui più non rilevano.

La massima della cassazione sul caso Yahoo!

La Corte di Cassazione, con sentenza n. 3952/2022 si è pronunciata proprio in merito ad un ricorso promosso da Yahoo!. La stessa ha infatti stabilito come “la rimozione della copia cache riguardanti informazioni accessibili tramite un motore di ricerca richiede di effettuare un bilanciamento tra il diritto all’oblio dell’interessato ed il diritto alla diffusione ed alla acquisizione dell’informazione relativa ai fatti nel loro complesso tramite parole chiave anche differenti dal nome della persona.”

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