Rimozione notizie da Google, il rapporto aggiornato

21 Agosto 2023
Cancelliamo i Dati Indesiderati
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In un mondo in cui le nostre attività digitali generano una quantità spropositata di dati personali, la trasparenza diventa cruciale per creare un rapporto di fiducia tra utenti e piattaforme digitali. Google, che opera su una vasta gamma di servizi, dalla ricerca online alla posta elettronica, dal mapping alla pubblicità, raccoglie e traccia dati in modo continuo.
La trasparenza diventa quindi un mezzo attraverso il quale l’utente può comprendere come vengono utilizzate queste informazioni, quali precauzioni vengono prese per proteggere la loro privacy e, se necessario, procedere con la rimozione notizie da Google.
Il diritto all’oblio e la sua rilevanza
Il diritto all’oblio è un concetto giuridico che si basa sulla possibilità per un individuo di richiedere la rimozione o l’oscuramento di dati personali obsoleti. In questo caso, il riferimento al diritto di cancellare notizie da internet che non siano pertinenti o siano inappropriate e, per questo, possono causare un danno alla reputazione del richiedente.
Questo diritto si è rafforzato negli ultimi anni grazie alle leggi sulla protezione dei dati, come il Regolamento Generale sulla Protezione dei Dati personali, anche detto in acronimo GDPR, varato dall’Unione Europea, che attribuiscono agli individui il potere di controllare le proprie informazioni personali.
L’obiettivo del diritto all’oblio, che qui si ricorda non essere assoluto, è quello bilanciare la libertà di espressione e l’accesso all’informazione con la tutela della privacy degli individui. Questo è particolarmente importante nell’era digitale, in cui i dati personali possono essere facilmente diffusi e permanere online per un tempo indefinito, potenzialmente causando problemi e impatti negativi sulla vita delle persone.
Il rapporto sulla trasparenza di Google: cosa si può trovare all’interno?
Tra le varie piattaforme e servizi online, Google, uno dei colossi tecnologici più importanti al mondo, gioca un ruolo predominante nel plasmare il nostro accesso a informazioni, risorse e intrattenimento. Tuttavia, dietro a questa vasta rete di servizi, si cela una questione fondamentale: la trasparenza nell’utilizzo dei dati e delle informazioni personali.
In risposta a questa esigenza, Google ha lanciato i suoi “Rapporti sulla Trasparenza”, che si concentrano sull’esplicitazione di come i dati vengono raccolti, utilizzati e condivisi all’interno della piattaforma. Essi forniscono una panoramica dettagliata su come l’azienda gestisce i dati degli utenti e come risponde alle richieste di accesso e rimozione dei contenuti.
Questi rapporti vengono pubblicati regolarmente e includono informazioni su diverse categorie, come le richieste di dati da parte delle autorità governative, le richieste di rimozione di contenuti, le notifiche di copyright e molto altro. Inoltre, offrono uno sguardo dietro le quinte dell’operato di Google e mettono in luce le sfide che l’azienda affronta nel bilanciare l’accesso alle informazioni con la privacy degli utenti.
Google si trova spesso a dover bilanciare l’obbligo di rispondere a queste richieste con la protezione della privacy degli utenti. I Rapporti sulla Trasparenza forniscono dettagli su quante richieste sono state accolte e quanto spesso sono state respinte, offrendo così un quadro completo dell’approccio di Google a questa delicata questione.
Alcune delle richieste pervenute a Google dall’Italia e la loro risoluzione
Nel contesto di una richiesta pervenuta a Google dall’Italia, sono stati oggetto di discussione ben 9 articoli che trattavano di un individuo coinvolto nell’attività di sfruttamento della prostituzione, compreso il coinvolgimento di una minorenne. Il richiedente aveva precedentemente collaborato con le autorità di polizia e aveva accettato un accordo di patteggiamento per il proprio coinvolgimento in questa pratica illecita.
La valutazione del colosso americano ha portato alla decisione di rifiutare la rimozione dei contenuti in questione. Tale decisione è stata basata sulla gravità dei reati commessi dal richiedente. Le circostanze legate all’attività di sfruttamento della prostituzione, specialmente coinvolgendo una minorenne, rappresentano un’azione grave e illegale.
Tuttavia, il richiedente non ha accettato la decisione ed ha presentato un ricorso alle autorità competenti per la protezione dei dati personali in Italia. Queste autorità hanno esaminato il caso e hanno nuovamente confermato la decisione di rifiuto per gli stessi motivi.
Ancora, è stata ricevuta una richiesta da parte di un imprenditore italiano per la rimozione di un articolo datato 2012 dal blog. Nell’articolo, il richiedente era stato accusato di avere legami con un capo mafia. Il contenuto dell’articolo includeva una trascrizione di un’intercettazione telefonica tra il privato e il capo mafia, registrata presso la residenza di quest’ultimo.
Inizialmente, Google aveva adottato la decisione di respingere la richiesta, basandosi sull’importante interesse pubblico legato alla vicenda. Tuttavia, l’autorità italiana responsabile della protezione dei dati personali, c.d. Garante Privacy, è intervenuta emettendo un ordine, indicando che non erano in corso procedure legali o indagini successive da parte delle forze dell’ordine relative a questo specifico caso. Pertanto, è stata seguita la direttiva dell’autorità competente e l’articolo è stato rimosso dal blog.