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Cancellare notizie da Google, alcuni provvedimenti del Garante italiano

Cancellare notizie da Google, alcuni provvedimenti del Garante italiano

By Avv. Ludovica Marano

Cyber Lex
Cancelliamo i Dati Indesiderati
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Nell’ultimo decennio, l’avvento delle tecnologie digitali ha portato a una crescente consapevolezza sull’importanza della presenza online di soggetti interessati nonchè sulla necessità di proteggere la reputazione digitale. In questo contesto, il concetto di diritto all’oblio è diventato sempre più rilevante, rappresentando un pilastro fondamentale nella tutela della privacy e nel controllo delle informazioni personali su Internet, con l’obiettivo di cancellare notizie da Google.

Cosa si intende per diritto all’oblio e la centralità della reputazione online

Il diritto all’oblio si basa sul principio che le persone abbiano il diritto di controllare le informazioni che riguardano la loro vita privata e che non siano più rilevanti o che siano diventate obsolete nel tempo. Questo diritto sancisce il potere di richiedere la rimozione o l’aggiornamento di tali informazioni da parte dei motori di ricerca o di altri strumenti online.

In altre parole, dà alle persone la possibilità di cancellare certi eventi o dati del loro passato che non rispecchiano più la loro identità o che possono causare pregiudizio alla loro reputazione attuale. La reputazione online, quindi, si comprende come sia diventata sempre più cruciale nella società moderna. Le informazioni che circolano sul web possono influenzare pesantemente le nostre opportunità lavorative, le relazioni personali e la nostra immagine pubblica.

Un potenziale datore di lavoro o un cliente potrebbe facilmente effettuare una ricerca online per conoscere i dettagli della nostra vita passata e basare su di essi le loro decisioni. Pertanto, mantenere una buona reputazione online è essenziale per proteggere il proprio futuro professionale e personale.

Il ruolo del Garante privacy italiano

In Italia, il Garante Privacy svolge un ruolo cruciale nell’assicurare il rispetto di questo diritto e nell’affrontare le questioni connesse alla reputazione online. Invero, il Garante Privacy è l’autorità competente per la protezione dei dati personali in Italia. Ha il compito di garantire che le informazioni personali siano trattate in conformità alle norme sulla privacy e che i diritti degli individui siano rispettati.

Nel contesto del diritto all’oblio, il Garante Privacy svolge un ruolo cruciale nell’affrontare le richieste di rimozione di informazioni personali obsolete o dannose da parte dei motori di ricerca e di altri soggetti che le trattano.

Alcuni provvedimenti del Garante privacy sulla cancellazione dei dati personali in rete

Considerando un caso specifico, l’individuo ha lamentato il danno causato dalla persistente disponibilità di informazioni inesatte e datate risalenti a diversi anni prima. Alcuni articoli pubblicati fanno riferimento a un suo arresto, che non corrisponde più alla sua situazione attuale poiché è libero e svolge regolarmente la propria professione.

Inoltre, la questione legale in cui è stato coinvolto è stata risolta con una sentenza. Altri articoli menzionano l’inchiesta associandola ingiustamente al suo nome, nonostante egli non abbia mai ricevuto alcun avviso di garanzia né subito condanne in merito a tale indagine. Secondo in Garante, la questione in oggetto è stata risolta con la condanna del soggetto in questione, tuttavia, né l’articolo contestato né altri articoli disponibili online forniscono alcuna informazione sull’esito di tale processo.

Di conseguenza, le informazioni reperibili non sono aggiornate sugli sviluppi successivi, creando un quadro fuorviante che suggerisce che il soggetto sia ancora soggetto a misure cautelari e che il procedimento sia ancora in corso. Per questo accoglie il ricorso.

Ancora, altro provvedimento riguarda un provvedimento in cui gli articoli il ricorrente lamenta in questione fanno la reperibilità in rete di alcuni fatti del 2019. Al momento della presentazione del reclamo, tuttavia, il soggetto è imputato per lo stesso reato davanti al Tribunale di Salerno in composizione collegiale per la celebrazione del processo di primo grado.

La maggior parte delle notizie riguardanti l’arresto non è stata aggiornata con gli sviluppi del procedimento giudiziario. Di conseguenza, gli utenti che consultano queste informazioni su Google potrebbero erroneamente pensare che il reclamante sia ancora soggetto a misure cautelari e quindi detenuto in carcere o agli arresti domiciliari.

Ciò ha un impatto negativo sulla reputazione del reclamante e può pregiudicare ogni opportunità futura di lavoro, causando danni professionali incalcolabili e significative conseguenze sul piano psicologico. Il garante privacy, tuttavia, nel caso di specie dichiara il reclamo infondato in quanto, tra i primi risultati di una ricerca online associata ai dati identificativi del reclamante, è possibile rinvenire articoli che forniscono anche informazioni sulla successiva revoca della misura cautelare.

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