Diritto all’Oblio Google: in arrivo un comitato di esperti?

1 Giugno 2023
Cancelliamo i Dati Indesiderati
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Nell’era digitale in cui viviamo, la protezione dei dati personali è diventata una questione di estrema importanza per tutti coloro che sono soliti navigare sul web, e non solo. Il crescente flusso di informazioni online ha sollevato problemi riguardo alla privacy e alla gestione delle informazioni personali.
In risposta a queste preoccupazioni, il Regolamento Generale sulla Protezione dei Dati Personali, anche chiamato in acronimo GDPR, emesso dall’Unione Europea, è stato introdotto nel 2018 per garantire una maggiore tutela dei dati personali dei cittadini. Uno degli aspetti chiave del Regolamento summenzionato è il riconoscimento del diritto all’oblio, che conferisce alle persone il potere di controllare la divulgazione e la rimozione dei propri dati personali online.
Il diritto alla cancellazione dei dati personali in breve
Il diritto all’oblio è un concetto legale che riconosce il diritto di un individuo di richiedere di cancellare notizie da Google o la rimozione dei propri dati personali da fonti online. Questo diritto si basa sulla premessa che le persone abbiano il controllo dei propri dati personali e abbiano il diritto di decidere quando e come tali informazioni devono essere accessibili. Il diritto all’oblio è stato ampiamente dibattuto e ha acquisito rilevanza a causa della facilità con cui le informazioni personali possono essere diffuse e conservate online.
Con il riconoscimento del diritto all’essere dimenticati, le persone hanno la possibilità di richiedere la rimozione dei dati personali che non sono più rilevanti, accurati o necessari ai fini per i quali sono stati inizialmente raccolti. Questo diritto si applica non solo ai motori di ricerca come Google, ma anche ai siti web, ai social media e ad altre piattaforme online che trattano dati personali.
Il diritto all’oblio secondo i motori di ricerca più influenti: il punto di vista di Google
Google, l’azienda con sede a Mountain View, ha adottato un approccio trasparente per gestire le richieste di rimozione dei contenuti dalle pagine dei risultati del suo motore di ricerca. Ogni richiesta viene esaminata da un team dedicato, composto da individui e non da algoritmi o procedure automatizzate.
La società ha ricevuto una vasta gamma di richieste di rimozione, che includono reati gravi, foto imbarazzanti, episodi di bullismo o insulti online, vecchie denunce e articoli di giornale che ledono la reputazione delle persone. Google, infatti, è estremamente consapevole dell’importanza di trovare un equilibrio tra il diritto all’oblio di un individuo e il diritto del pubblico di accedere alle informazioni.
Affrontare questa sfida è complesso, motivo per cui l’azienda ha deciso di convocare un comitato di esperti per definire i principi che dovrebbero guidare le decisioni in merito ai singoli casi. L’obiettivo di Google è quello di coinvolgere i cittadini europei e raccogliere il maggior numero possibile di opinioni sulla questione del diritto all’oblio. Pertanto, ha reso disponibile un modulo online per raccogliere i pareri e valutare il livello di interesse dei cittadini riguardo a questo problema.
Un possibile comitato di revisori per le richieste di diritto all’oblio su Google
Per avere una contezza maggiore delle valutazioni che vengono richieste a Google, ogni giorno, rispetto alla eliminazione dei contenuti dal web Google ha ben pensato di istituire un comitato di valutazione, un team di esperti in grado di fornire delle risposte anche maggiormente accreditate rispetto al diniego o alla accettazione delle richieste inviate.
Invero, tra i possibili membri del comitato convocato da Google, vi sono personalità di spicco provenienti da diverse aree professionali, si pensi a Luciano Floridi, professore di filosofia ed etica dell’informazione presso l’Università di Oxford e professore aggiunto presso il dipartimento di economia dell’American University di Washington, porta la sua vasta esperienza in questi ambizioni; Sylvie Kauffmann, direttrice di “Le Monde”; Lidia Kolucka-Zuk, consulente legale del primo ministro polacco, esperta di temi legati ai diritti civili; Frank La Rue, diplomatico e avvocato specializzato nella difesa dei diritti umani che dal 2008 è stato il Relatore Speciale delle Nazioni Unite per il diritto alla libertà di espressione e di opinione e così via.