Diritto all’oblio sul sito ufficiale GDPR.eu

20 Gennaio 2023
Cancelliamo i Dati Indesiderati
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Il regolamento generale sulla protezione dei dati o anche in acronimo definito GDPR, disciplina la maniera in cui i dati personali degli utenti del web devono essere raccolti, elaborati e cancellati. La volontà di rimuovere alcuni dati personali che si trovano in rete viene chiamata nel gergo comune, ormai, diritto all’oblio, questa terminologia ha avuto molto successo dopo la sentenza del 2014 della Corte di giustizia dell’UE , c.d. sentenza Costeja, la quale ha stabilito il precedente per la disposizione sul diritto alla rimozione dei contenuti lesivi sul web, che oggi è riconosciuta nell’art. 17 del GDPR. Naturalmente, dati gli interessi contrastanti e la natura super connessa di Internet, il diritto all’oblio è molto più complicato di un individuo che chiede semplicemente a un’organizzazione di cancellare i propri dati personali. Sul sito ufficiale del GDPR.eu è possibile avere un quadro completo della situazione del diritto all’oblio e della normativa in vigore sulla protezione della privacy.
Quale è la funzione del diritto all’oblio
Il diritto all’oblio è stato introdotto per proteggere la privacy degli individui e garantire che i dati personali non vengano utilizzati in modo improprio o diffamatorio. Tuttavia, il diritto all’oblio presenta anche alcune sfide, poiché può entrare in conflitto con il diritto alla libertà di espressione e all’informazione. Per fare un esempio, i motori di ricerca devono valutare se i dati personali richiesti per la rimozione sono rilevanti per l’interesse pubblico, ad esempio se riguardano una questione di pubblico interesse o se sono necessari per la tutela della libertà di espressione. Inoltre, i motori di ricerca devono valutare se i dati personali sono precisi e se sono necessari per le finalità per le quali sono stati raccolti.
In generale, il diritto all’oblio è un principio importante per la protezione della privacy degli individui, ma deve essere bilanciato con il diritto alla libertà di espressione e all’informazione. I motori di ricerca devono valutare ogni richiesta di rimozione dei dati personali in base a questi criteri e prendere una decisione equilibrata. Inoltre, è importante sottolineare che il diritto all’oblio non implica sempre la cancellazione totale dei dati personali dalla rete, ma solo la rimozione dalle quei di ricerca, questo fenomeno prende il nome di deindicizzazione.
Il diritto all’oblio non è un beneficio automatico
Il diritto all’oblio, come appena visto è un importante strumento per proteggere la privacy e la reputazione delle persone e delle organizzazioni. Tuttavia, è importante notare che questa normativa non garantisce la rimozione automatica delle informazioni dai risultati di ricerca. Ciascuna richiesta deve essere valutata individualmente dai motori di ricerca, come ad esempio Google che hanno, dal canto loro, il diritto di negare la richiesta se ritengono che l’informazione sia di pubblico interesse. In poche parole, come spiega anche il sito di GDPR.eu, può essere richiesto per varie motivazioni, tutte enucleate nell’art. 17 del GDPR e che qui se ne riportano alcune in via esemplificativa e non esaustiva:
-i dati personali non sono più necessari per lo scopo originariamente raccolto o elaborato da un’organizzazione.
-un individuo revoca il proprio consenso al trattamento dei dati personali.
-Un’organizzazione fa affidamento su interessi legittimi come giustificazione per l’elaborazione dei dati di un individuo, l’individuo si oppone a tale elaborazione e non vi è alcun interesse legittimo prevalente per l’organizzazione a continuare con l’elaborazione.