Eliminare notizie da Google, un provvedimento del Garante

18 Ottobre 2022
Cancelliamo i Dati Indesiderati
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Il diritto all’oblio nell’immaginario collettivo è quel diritto che permette ai soggetti di sparire da Google, o più in generale da internet. In realtà non è proprio così, infatti, partendo dall’inizio questo diritto è un istituto nuovo e viene oggi conosciuto ampiamente nella sua accezione di potere di riuscire a ordinare i propri dati personali dal web. In merito al termine ordinare, c’è una specificazione, infatti in questo senso viene intesa la rimozione dei dati che si presentano sotto forma di articoli o notizie nel web di dominio pubblico cancellazione dei dati che il soggetto ritiene possano essere lesivi della propria privacy ovvero della sua reputazione. Accade di frequente che la maggior parte dei casi di diritto all’oblio siano connessi a vicende di natura giudiziaria di carattere penale. Si pensi a vicende riguardanti omicidi, reati tributari o casi di pedofilia, in queste particolari ipotesi viene da sé che il reo, soprattutto se interessato da una pronuncia assolutoria non voglia più essere accostato alla vicenda storica, e voglia avere la possibilità di vedere riabilitato il proprio nome ed il proprio status sociale. Non contando tutte quelle ipotesi di pronunce c.d. assolutorie, vale a dire di vicende o casi giudiziari che vengono trattati in maniera dettagliata all’interno della riforma Cartabia, si pensi anche alle ipotesi di notizie caricate in rete che siano erronee o obsolete, e che, tramite link o indici di informazioni, continuano in ogni caso a pregiudicare l’interessato nei propri rapporti sociali.
Il Garante privacy, fonte inesauribile di provvedimenti sul diritto all’oblio
L’autorità Garante Privacy è l’autorità amministrativa indipendente che venne fondata a seguito della emanazione della L. privacy nel 1996. Successivamente questa è stata modificata dall’ormai conosciuto codice in materia di dati personali del 2003. L’autorità è soggetta alla tutela, della privacy, dei diritti e del rispetto della normativa sul trattamento dei dati personali, anche definito GDPR. Il Garante della privacy, negli ultimi decenni è stato protagonista di molti provvedimenti sul diritto all’oblio ed ha ricevuto tanti compiti, come quello di scrivere linee guida in relazione all’esercizio del diritto alla cancellazione dei dati personali dalla rete e del diritto all’oblio.
Il provvedimento del Garante Privacy rispetto alla reputazione professionale
Senza dilungarsi troppo sulla vicenda che ha originato il provvedimento, il garante si è soffermato molto sulla circostanza della reputazione professionale. Invero l’interessato lamentava proprio il danno a quest’ultima per mezzo di contenuti resi pubblici e diffusi sul web.
Secondo il Garante, in ogni caso, il reclamo in questione deve essere considerato inammissibile tale per cui la vicenda descritta che viene descritta dal reclamante deve essere ritenuta conforme alle linee guida e non può essere oggetto di contestazione. Invero, la richiesta ha come oggetto fatti recenti e rispetto ai quali deve ritenersi tuttora sussistente l’interesse del pubblico ad averne conoscenza, c.d. interesse storiografico. Da qui rileva che il diritto alla reputazione professionale è comunque subordinato all’interesse storiografico.