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Eliminare notizie da Google: una recente sentenza della Cassazione

Eliminare notizie da Google: una recente sentenza della Cassazione

By Avv. Ludovica Marano

Cyber Lex
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Brevemente,  quello che oggi viene riconosciuto a livello nazionale e sovranazionale come diritto all’oblio è un istituto di natura giuridica che ha come scopo principale quello di dare tutela alla privacy dei cittadini e in generale di tutti i soggetti interessati, impedendo che informazioni non pertinenti o false possano essere accessibili tramite i motori di ricerca.

In Italia, questo diritto è stato sancito dalla recente sentenza della Corte di Giustizia Europea già nel 2014, che ha stabilito con la pronuncia c.d. Costeja contro Google Spain, che i cittadini possono richiedere la rimozione di informazioni obsolete o false da internet. Siffatta sentenza della Corte di Giustizia dell’Unione Europea ha stabilito, in maniera del tutto imprevista e sopratutto in un’epoca in cui la digitalizzazione non era ancora tanto preminente come oggi, che i motori di ricerca come Google devono prendere in considerazione le richieste di rimozione delle informazioni, ma hanno anche il diritto di valutare ogni richiesta in base a criteri equi e imparziali.

Questo significa che Google non deve necessariamente accettare ogni richiesta di rimozione né accettare sempre di eliminare informazioni personali da Google, ma deve esaminare ogni caso individualmente per stabilire se le informazioni in questione possono essere considerate obsolete o false.

Le limitazioni a cui va incontro il diritto all’oblio

Il diritto all’oblio, come qualsiasi diritto non è assoluto, anzi, ma deve sempre essere posto in contemperamento con altri interessi. Invero, vi sono alcune eccezioni alla cancellazione dei contenuti lesivi in rete. Ad esempio, le informazioni relative ad assoluzioni o sentenze penali non possono essere rimosse dai motori di ricerca, ma devono essere riportate correttamente, ancora, le stesse non possono essere rimosse se fanno riferimento a vicende recenti tale per cui la collettività ha il diritto di beneficiare del diritto alla informazione. In altre parole, il “diritto all’oblio” non si applica a informazioni di pubblico interesse o che possono influire sulla tutela dei diritti delle persone.

L’ultimissima pronuncia in tema di diritto all’oblio della Cassazione italiana

La giurisprudenza, anche quella nazione è sempre stata molto attenta ai diritti digitali dei soggetti, tanto è vero che qui si vuole riportare una delle ultimissime pronunce in tema di cancellazione dei dati personali. Con il deposito della pronuncia del 31 gennaio 2023, i giudici della Corte di Cassazione hanno raggiunto un equilibrio tra il diritto all’oblio e il diritto di cronaca nei casi in cui questo coinvolga una vicenda giudiziaria. Invero in questa pronuncia la Cassazione rileva il tema del diritto all’informazione, da sempre uno dei diritti fondamentali che gli operatori del diritto hanno il dovere di bilanciare con il diritto all’oblio. La Corte di Cassazione dunque ha di nuovo affrontato la sfida di bilanciare il diritto all’informazione con quello alla riservatezza. La Corte infatti chiarisce come le testate giornalistiche nonchè i siti di informazione hanno il dovere di seguire una vicenda giudiziaria e riportarne la conclusione, tuttavia se l’imputato è stato prosciolto, anche a norma della riforma Cartabia, ha il diritto di esercitare il proprio volere di vedere eliminate le notizie, il quale, come detto, si concretizza nella rimozione dai motori di ricerca. A mente della Cassazione gli articoli non possono essere cancellati dai siti delle testate giornalistiche, poiché rappresentano una parte della storia. E quindi il perfetto bilanciamento è quello secondo il quale l’imputato prosciolto può chiedere che gli articoli vengano aggiornati con una postilla o una nota informativa che chiarisca l’esito della vicenda giudiziaria, come l’assoluzione o il risarcimento per l’ingiusta detenzione.

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