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Facebook e Twitter sono i link più rimossi da Google per diritto all’oblio

Facebook e Twitter sono i link più rimossi da Google per diritto all’oblio

By Avv. Ludovica Marano

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Nel mondo digitale odierno, la nostra presenza online è diventata una parte inseparabile delle nostre vite. Le piattaforme di social media come Google, Twitter e Facebook giocano un ruolo centrale nella nostra comunicazione e nell’accesso alle informazioni. Tuttavia, questa crescente presenza online ha portato alla creazione di enormi quantità di dati personali, e con essa, la necessità di affrontare questioni legali ed etiche, come il diritto all’oblio Google.

Cosa si intende per diritto all’oblio: brevi cenni

Il diritto all’oblio, noto anche come “diritto di essere dimenticati“, è un principio normativo, ai sensi dell’art. 17 del GDPR, che permette alle persone di cancellare notizie da Internet, richiedere la rimozione o la cancellazione di informazioni personali, che sono obsolete o non più rilevanti. Questo diritto è stato riconosciuto in vari paesi, inclusa l’Unione Europea, e mira a bilanciare il diritto alla privacy delle persone con il diritto alla libertà di espressione e all’accesso all’informazione.

Le origini del diritto all’oblio su Google

Per fare un esempio, si prenda Google, che attualmente è il motore di ricerca più utilizzato al mondo e svolge un ruolo cruciale nell’accesso alle informazioni online. Nel 2014, la Corte di Giustizia dell’Unione Europea ha emesso una sentenza storica che ha stabilito che i motori di ricerca, come Google, sono tenuti a rimuovere i link a informazioni personali obsolete o non più rilevanti su richiesta dell’individuo interessato.

Questo ha aperto la strada all’applicazione del diritto all’oblio su Google. Tuttavia, l’attuazione pratica di questo diritto è stata oggetto di dibattito. Google ha dovuto affrontare numerosi casi in cui ha dovuto decidere se rimuovere o mantenere i link in questione.

La sfida principale sta nel trovare un equilibrio tra il diritto alla privacy e il diritto alla libertà di espressione e all’accesso all’informazione. Alcune critiche sono state sollevate riguardo alla censura potenziale e all’opacità delle decisioni di Google in merito alla rimozione dei link.

Il diritto all’oblio su Twitter

Twitter è una piattaforma di social media che consente agli utenti di pubblicare brevi messaggi, noti come “tweet”. Sebbene Twitter sia principalmente una piattaforma di condivisione di informazioni in tempo reale, il diritto all’oblio può comunque essere rilevante in alcuni casi.

Twitter ha delle politiche di rimozione dei contenuti che possono essere applicate in determinate circostanze, come la divulgazione non consensuale di informazioni personali o la promozione dell’odio. Tuttavia, il diritto all’oblio su Twitter è meno evidente rispetto a Google, poiché la piattaforma è più orientata verso il presente e la condivisione immediata di informazioni.

La rimozione dei contenuti online: un’analisi delle richieste da parte dei Paesi Europei”

Tra le tre piattaforme prese in considerazione, Facebook, Twitter e Google, Germania e Francia risultano essere i paesi più attivi nella richiesta di rimozione di contenuti, rappresentando quasi la metà di tutti gli URL rimossi. Un dato interessante che emerge dal rapporto è la variazione nella richiesta di rimozione in relazione alla dimensione della popolazione nei paesi analizzati. I Paesi Bassi, in particolare, si distinguono come leader evidenti con 57 URL cancellati per ogni 100.000 persone.

Curiosamente, solamente due paesi, ovvero Svezia e Romania, non presentano nessuna delle tre piattaforme (Facebook, Twitter, YouTube) nella loro top 10 in termini di URL rimossi da parte di Google. Per quanto riguarda le motivazioni alla base delle richieste di rimozione, è interessante notare che gli svedesi tendono a chiedere più frequentemente la cancellazione di contenuti pubblicati su Mrkool.se, un sito web che divulga dati personali di cittadini di età superiore ai 16 anni.

D’altro canto, i rumeni hanno richiesto la rimozione dei loro dati da un sito web contenente materiale per adulti. Un’altra rilevante osservazione del rapporto condotto dai ricercatori di Surfshark è che, in media, circa la metà delle richieste di rimozione degli URL viene accolta, mentre il tasso di eliminazione dei primi tre domini è notevolmente inferiore, attestandosi intorno al 40%.

Questo suggerisce che le richieste di rimozione di pagine web provenienti da Facebook, Twitter e YouTube sono accolte in modo leggermente meno frequente rispetto a quelle provenienti da altri domini, come sottolineato nel rapporto.

Brevi note conclusive

Il diritto all’oblio è un concetto importante nel contesto della nostra crescente presenza online. Su piattaforme come Google, Twitter e Facebook, il bilanciamento tra il diritto alla privacy individuale, il diritto alla libertà di espressione e all’accesso all’informazione è una sfida complessa. Tuttavia, è essenziale per garantire che le persone possano controllare le informazioni personali obsolete o non più rilevanti che circolano su Internet.

Le piattaforme digitali devono affrontare queste sfide in modo trasparente ed equo, sviluppando politiche e procedure che rispettino i diritti di tutti gli utenti. Il diritto all’oblio continuerà a evolversi in un mondo sempre più connesso digitalmente, e sarà importante per le piattaforme e le autorità regolatorie trovare un equilibrio che protegga la privacy delle persone, concedendo la possibilità di eliminare notizie dal web, senza compromettere la libertà di espressione e l’accesso all’informazione.

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