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Il Diritto all’Oblio arriva in India

Il Diritto all’Oblio arriva in India

By miriamp

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Arrivano anche in India le prime sentenze a favore del diritto all’oblio: è proprio di qualche settimana fa, infatti, la notizia che l’Alta Corte di Delhi ha riconosciuto legittima la richiesta di diritto all’oblio dell’attore bengalese Ashutosh Kaushik in merito all’eliminazione da internet di alcuni suoi video, foto e articoli, in quanto riconosciuto il diritto all’oblio come parte integrante del “diritto alla privacy”. Ma esistono anche in India, come in Europa, delle normative specifiche per tutelare la propria privacy online ed esercitare il diritto all’oblio su internet? Si può davvero dire che il diritto all’oblio sia sempre garantito in India? Continua a leggere questo articolo per saperne di più.

Diritto all’oblio in Europa e in India

A partire dalla sentenza conosciuta come “Google Spain” del 2014, in Europa vige il diritto all’oblio, ovvero il diritto di richiedere la rimozione di contenuti personali online che ledono alla propria reputazione online. In Europa, questo diritto è rafforzato dall’art.17 del Regolamento Generale per la Protezione dei Dati (GDPR), il quale stabilisce i criteri per cui un utente può richiedere la cancellazione di contenuti dannosi per la propria web reputation e le procedure per farlo. Questa situazione non è però la medesima in tutto il mondo; al contrario, il diritto europeo è all’avanguardia in questo senso rispetto ad altri territori, in cui non viene dato ancora così tanto peso alla privacy online e non sono state ancora approvate normative in merito. È questo il caso ad esempio dell’India, dove il diritto all’oblio rientra nel diritto alla privacy dell’individuo, ma è disciplinato da un disegno di legge sulla protezione dei dati personali che deve essere ancora approvato dal Parlamento. Basti pensare che solo nel vicino 2017 è stato approvato dalla Corte Suprema il generico diritto alla Privacy e dichiarato diritto fondamentale: tale sentenza storica aveva dichiarato il diritto alla privacy come parte intrinseca del diritto alla vita e alla libertà personale, ai sensi dell’art.21 e della parte III della Costituzione indiana.

Normative per la Protezione dei Dati Personali in India

Inoltre, il disegno di legge sulla protezione dei dati personali, introdotto da Lok Sabha l’11 dicembre 2019, soprattutto nella clausola 20 del suo capitolo V, mira a specificare come il titolare dei dati (ovvero la persona a cui si riferiscono i dati) ha il diritto di limitare, impedire o interrompere la divulgazione di suoi dati personali da parte di un responsabile del trattamento di tali dati. Tuttavia, la sensibilità dei dati e delle informazioni personali non possono essere giudicate dal diretto interessato, ma dal Garante Indiano per la Protezione dei Dati personali, ovvero l’autorità indiana che avrò il compito di valutare la richiesta, esaminare la portata della divulgazione e la sensibilità dei dati, insieme all’eventuale ruolo del titolare nella vita pubblica e al grado di accessibilità dell’informazione.

Il caso indiano Ashutosh Kaushik: il diritto all’oblio incluso nel diritto alla Privacy

È proprio di qualche settimana fa la decisione della Corte Suprema di Delhi di riconoscere a Ashutosh Kaushik il diritto all’oblio, in quanto incluso nel “diritto alla privacy” sancito nel 2017. Il protagonista della vicenda, infatti, famoso in India per aver vinto il reality show Bigg Boss nel 2008 e MTV Rodies 5.0, si era rivolto all’Alta Corte di Delhi per richiedere la rimozione dal web di suoi video, fotografie e articoli. Tali contenuti personali erano relativi ad una webserie per la cui promozione e presentazione aveva realizzato delle scene di nudo complete ma che non era mai andata in onda. Tuttavia, il produttore della webserie aveva caricato tali video sul suo canale Youtube e sul suo sito web e questi erano stati ricondivisi da altri portali online. Anche dopo l’eliminazione dei contenuti da parte del produttore sul suo sito, l’attore continuava quindi a ricevere chiamate anonime, insulti e pregiudizi, danneggiando in modo inequivocabile la sua reputazione personale e professionale. La decisione della Corte ha quindi infine accolto la richiesta dell’interessato, ritenendo l’accaduto una violazione della privacy, e ha quindi ritenuto lecito il diritto all’oblio dell’interessato come parte integrante del suo diritto alla privacy.

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